Stasera 29 giugno, nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, nel giorno del XXVI anniversario di ordinazione episcopale, presiederà, alle 19, la celebrazione eucaristica per la dedicazione dell’altare e della chiesa intitolata a San Giovanni Paolo II a Leporano in zona Gandoli.
“Un evento di grazia - confida don Giancarlo Ruggieri, parroco di Leporano, da cui dipende la nuova chiesa (assieme a quella della Madonna delle Grazie), invitando i fedeli alla partecipazione - al quale siamo tutti invitati a partecipare. La chiesa di mattoni sia colma di Chiesa di persone. Noi siamo il corpo mistico di Cristo. In Lui gioiamo”.
“Il tempio, dalla conformazione avveniristica – rivela in anteprima il settimanale diocesano tarantino Nuovo dialogo - è stato edificato su progetto dell’arch. Angelo Trani e dell’ing. Gianfranco Tonti; l’aula liturgica ha una capienza di circa 350 posti ed è collegata direttamente con il piazzale antistante per permettere una maggiore partecipazione di fedeli; sono presenti anche opere di ministero pastorale costituite da aule multiple e multifunzione idonee per attività giovanili (ritiri, campi scuola ecc.) a disposizione di tutta la diocesi. Di notevole pregio sono le immagini sacre posizionate all’interno e quella di grandi dimensioni, sul sagrato, che raffigura San Giovanni Paolo II in atteggiamento accogliente, realizzate degli artisti del Centro Ave di Loppiano. A coronamento di tutto ciò, giardini e parcheggi per le auto.
“La prima pietra - prosegue Nuovo dialogo - fu posta l’11 marzo del 2018. ‘Oggi la nostra comunità – riferì in quella circostanza don Pasquale – vive un evento storico. Si realizza un sogno, un desiderio, un bisogno che era nell’animo di molti e che non aveva ancora trovato realizzazione. Necessitavamo di un idoneo luogo di culto, dato che l’antica chiesetta di Gandoli dedicata alla Madonna delle Grazie risultava lontanamente sufficiente dal soddisfare le esigenze, soprattutto estive, del popolo di Dio, costringendoci a celebrare le messe festive e prefestive sul piazzale adiacente in modo da consentire la partecipazione di turisti e di residenti stabili’”.
“I lavori sono iniziati a gennaio 2018, con comprensibili ma molto contenuti ritardi a causa della pandemia. In tal modo si è anche raggiunto l’obiettivo di riqualificare un’area depressa e pericolosa, dando lustro all’intero tessuto urbano di Gandoli-Santomay. Il contributo della Cei ha permesso di coprire il 75% dei costi totali per l’edificazione dell’intera opera – conclude il settimanale diocesano -”.