Una cinquantina di parrocchiani della chiesa madre di Monteroni in pellegrinaggio a Bari per la messa di Papa Francesco, che ieri ha concluso l’evento di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace”, alla presenza anche del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Si è trattato di una storica iniziativa voluta dalla Cei e che ha abbracciato i ventuno Paesi che si affacciano sul Mare nostrum.
Quello dell’Assunta di Monteroni è stato l’unico gruppo parrocchiale del Salento approdato nel capoluogo pugliese per la celebrazione del Santo Padre. Con il parroco don Giuseppe Spedicato c’erano giovani, cresimandi, adulti e volontari dell’Azione cattolica. Una presenza attiva e sottolineata da uno striscione-appello realizzato dalla parrocchia di Monteroni: “Costruite ponti e non muri”. Da Lecce anche l’arcivescovo Michele Seccia, che ha concelebrato nella messa del Pontefice.
“È stata una giornata indimenticabile, un evento - afferma il parroco dell’Assunta di Monteroni, don Giuseppe - che entrerà nella storia e che ha visto la partecipazione di 78 vescovi, 5 cardinali e dei pastori di altre religioni dei 21 Paesi che si affacciano sul grande mare. Un incontro per parlare di pace e della questione del Mediterraneo: un mare che deve essere frontiera di pace, ponte di speranza e non un cimitero a cielo aperto. Il nuovo inizio di una grande e proficua pastorale ecumenica”.
Anche l’arciprete di Monteroni ha quindi concelebrato la messa presieduta dal Papa. “È stata una grande emozione, anche perché la parrocchia dell’Assunta era l’unica comunità salentina presente alla celebrazione: un pellegrinaggio voluto con forza dall’Azione cattolica e dai cresimandi. Il Santo Padre - evidenzia don Giuseppe - è stato incisivo come sempre: è un punto fermo, una figura di unione e di sintesi capace di trasmettere messaggi veri e concreti, al di là dei proclami sterili di populisti e sovranisti sul tema soprattutto del Mediterraneo. Poi, il saluto tra Francesco e il presidente Mattarella, che si sono abbracciati con l’affetto di due vecchi amici, si staglia come un’immagine bellissima a coronamento di una giornata storica. Il Papa e il capo dello Stato sono due punti di riferimento inossidabili. Due baluardi in un mondo e in una società di divisioni e frammentazioni. Dovremmo imparare da loro”.