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Ricordare a volte non aiuta. Accende la nostalgia più che il dolore: quello, purtroppo, non si smorza mai. Oggi Paolo Serio avrebbe compiuto 47 anni e nonostante l’età, pur sempre giovane, aveva conservato inalterato il brio saltellante del bambino che era in lui.

Commuovono gli amici: “Non c’è tempo e spazio dove tu non ci sia”. Cento interessi, migliaia di relazioni. Sempre, dappertutto. Ecco perché Paolo non si può dimenticare.

Un vulcano mai spento, in continua eruzione. Una vitalità fuori dal comune. Intuizione, altruismo, tenacia. “Ipercaptante” lo definiscono. E a chi continua a pensare che la sua passione per tutti gli sport, per il calcio e per i colori giallorossi fosse da paragonare all’eccitazione di quei ragazzi che corrono dietro al campione per strappargli un selfie, un autografo, una dedica… la maglia, ha sbagliato mira.

Paolo era esattamente il contrario. Bastava darsi un’occhiata in giro nella chiesa madre di Squinzano il 4 settembre scorso per rendersi conto della folla di calciatori e di sportivi che piangevano per lui.

Bastava un attimo per entrare in sintonia. La battuta simpatica calzante, pronta in ogni occasione, capace anche di sdrammatizzare l’inverosimile e via, scoccava la scintilla. Con chiunque. Con i ragazzi del Lecce ancora di più. Con quelli di una volta e con gli ultimi che ha potuto conoscere. Perché i suoi occhi brillavano di passione. Oltre il tifo c’era l’amicizia, il piacere dello stare insieme, di quella complicità pulita che crea legami indistruttibili.

Sulla grande torta giallorossa sulla quale oggi spegne le sue 47 candeline spicca una grande “A” e splendono i cuori della sua mamma e del suo papà, quello di Alessandro e soprattutto di Lory, di Davide e di Riccardo: i più grandi amori della sua vita. Per lui un ricordo col sorriso sul volto e una lacrima nell’anima. E tante preghiere. Buon compleanno Paolo.

 

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