Certo che cominciare il campionato da neopromossa con un posticipo ha del singolare. Ancor di più se quella prima partita si tiene di sera (inizio alle 20.45) e proprio lunedì 26 agosto, mentre i leccesi e i salentini staranno festeggiando il loro santo protettore.
La Madonnina, dunque, riceverà tra le sue mura i giallorossi di mister Fabio Liverani i cui colori ricordano tanto quelli sul mantello del martire (momentaneamente sceso dalla sua colonna).
Non ci sono più i calendari di una volta. E il calendario calcistico non tiene conto di quello liturgico (il martirologio romano), che fa memoria quotidiana delle sante e dei santi, martiri, vergini, sacerdoti o laici.
Il debutto dei leccesi alla «Scala del calcio» (come Liverani ha definito San Siro), allo stadio «Giuseppe Meazza» si disputerà comunque sotto le ali protettrici dell’antico vescovo martirizzato a causa della sua fede.
E non è fede, forse, anche quella dei tanti, tantissimi tifosi che seguiranno (su Dazn o Sky) quell’incontro da casa, dopo aver appena digerito il tradizionale piatto festivo, «lu caddruzzu» di Sant’Oronzo, innaffiato da un buon vino fresco locale?
E non saranno chiamati ad una nuova «crociata», in nome del proprio tifo, i numerosi supporter che hanno già prenotato il biglietto e che da questo Sud infuocato o dall’hinterland (con l’acca e non è un gioco di parole) si recheranno a difendere i propri colori nel capoluogo lombardo?
La difficile sfida (ma nulla è impossibile con le dovute conoscenze in Alto), contro l’Inter del leccese doc Antonio Conte, del «nobile» mister, chiuderà la prima giornata del massimo campionato, il turno inaugurale del torneo tanto sospirato e conquistato meritatamente.
I giallorossi si presenteranno in campo con numerosi calciatori che non hanno mai militato in A e poi proprio in uno degli stadi più prestigiosi d’Europa, magari sognato infinite volte.
Dopo l’esordio alla «Scala del calcio», domenica primo settembre (sempre al fresco delle 20.45), ci sarà il primo incontro in casa; il Lecce riceverà la visita degli Scaligeri dell’Hellas Verona (l’importante sarà fare qualche gradino verso l’alto).
E speriamo che lunedì a sera inoltrata, i botti che si ascolteranno in lontananza, non siano quelli dall’artiglieria avversaria, ma quelli di felicità, di gioia e colorati dei fuochi d’artificio. E Sant’Oronzo saprà il perché.