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Bruciavano ancora le quattro ferite di lunedì scorso, inflitte dall’Inter di Antonio Conte, quando ne giunge un’altra, in casa contro l’Hellas Verona con il gol dell’ex Matteo Pessina. Due giornate in serie A, zero punti. È oggettivamente un po’ poco.

Essere in compagnia, in fondo classifica, con le più blasonate Fiorentina, Spal, Cagliari e Sampdoria, è ben grama consolazione. E non è bastato il tifo, continuo, forsennato, la fede dei quasi 25mila spettatori accorsi al Via del Mare per la prima partita casalinga di questa lunga avventura nella massima serie. Resta qualche prevedibile problema di leadership nella rosa.

Liverani-pensiero

Non nasconde un certo disagio in sala stampa Fabio Liverani che, tra l’altro, afferma: «Il calcio è fatto di duelli. C’è poco da dire. Sapevamo di affrontare una squadra che fa dei duelli la sua forza a tutto campo. Li abbiamo persi tutti e sotto tutti i profili, sul piano fisico, tecnico, della personalità, del sacrificio; alla fine si perde. Oggi siamo mancati sotto ogni aspetto. Abbiamo sbagliato l’approccio. Parlare dei singoli non avrebbe senso. Siamo un po’ in ritardo evidentemente con i nuovi, con qualche acciacco, con la conoscenza di una categoria che è ben altra cosa rispetto alla B. Dobbiamo capire che il Lecce, se arriverà al 24 maggio a giocarsi la salvezza avrà fatto un miracolo».

L’allenatore del Verona

«Abbiamo giocato una gara aggressiva - dice soddisfatto Ivan Juric - abbiamo creato palle gol. Nel secondo tempo ci mancavano le forze e ci siamo chiusi e il Lecce è migliorato. Ma poi con i cambi che ho effettuato, sono entrati i giocatori che ci hanno dato freschezza. Il pressing alto sui difensori avversari e su Tachtsidis ha messo in difficoltà i salentini, che probabilmente sono stati anche un po’ sorpresi dal nostro comportamento. Nella ripresa Liverani ha cambiato qualcosa e i nostri rivali sono cresciuti, mentre noi abbiamo pagato un po’ il lavoro fatto nel primo tempo a livello fisico. Ma il Lecce farà bene, anche se ha ancora da lavorare nel gruppo».

Tra primo e secondo tempo

Il tecnico romano non fa differenza tra le due frazioni di gioco: «Non ci possono essere stravolgimenti tra primo e secondo tempo. Tutta la settimana abbiamo giocato sulle uscite, sull’uomo contro uomo a tutto campo. Ma non siamo riusciti ad attuare quanto peparato. Capitano simili situazioni. Il Verona ha meritato di vincere. Siamo stati poco aggressivi, poco attenti, non abbiamo mai rubato palla, non abbiamo creato superiorità numerica. Sarebbe assurdo, però, cercare di individuare un colpevole. C’è da lavorare e pedalare. L’ambiente deve capire che la nostra sarà una stagione di enorme sofferenza, anche se dovessimo vincere qualche incontro».

Il valore complessivo

«Anche se l’incontro fosse finito in parità, la mia analisi della gara non sarebbe cambiata di una virgola. Avremmo preso un punto e basta, ma non siamo stati quelli che dobbiamo essere se vogliamo avere qualche chance di salvarci. Sapevamo che Mancosu e Shakhov non erano al top della condizione, Benzar è da valutare. Occorre metterci sotto e cercare di crescere. E non mi pronuncio su nomi di giocatori che non sono ancora a mia disposizione (il riferimento è ai rumors su Babacar, ndr)».

Obiettivo da raggiungere

«Dobbiamo provare a salvarci con il cuore e con chi c’è. Credo nel gruppo che alleno perché ciascuno dei calciatori ha sempre saputo tirare fuori tutto ciò che ha dentro e sono certo che sarà così anche in questa stagione. Andremo avanti con fatica, sudore e sofferenza», conclude lo sconsolato ma tenace mister, buio in viso.

Il presidente

«C’è un pizzico di delusione - dice Saverio Sticchi Damiani - la prestazione non è stata all’altezza. È evidente che la squadra debba ancora adattarsi alla serie A. Ma niente drammi: abbiamo avute cadute sia in C che in B e ci siamo sempre rialzati. Sarà così anche stavolta. Abbiamo disputato un primo tempo splendido, nel quale abbiamo creato tante palle gol, ma non le abbiamo concretizzate. Questo è l’unico cruccio in quanto avremmo dovuto fare gol e non ci siamo riusciti peccando nel tocco finale. Nella ripresa abbiamo fatto qualcosa in più, ma ci siamo difesi con ordine, abbassando un po’ il baricentro, per poi affidarci alle ripartenze e colpire al momento giusto. Avevamo preparato la gara puntando su un avvio molto aggressivo e nel primo tempo c’è stato un grande dispendio di energie. Poi sono un po’ venute meno le forze. Gli innesti ci hanno dato freschezza. Penso che la vittoria dei gialloblu veneti sia stata ampiamente meritata».

Un «nostro tifoso»

«C’è da migliorare, e anche parecchio - ci dice scendendo le scale della tribuna centrale mons. Mauro Carlino, assiduo frequentatore del Via del Mare - ma non dobbiamo scoraggiarci, in fondo siamo ancora alle prime giornate di un lungo campionato. Anche l’anno scorso iniziammo non proprio bene e poi ci siamo ripresi benissimo, tanto da superare ogni ostacolo verso la promozione. Godiamoci questo sogno, non dimenticando l’impegno e la dedizione».

Riposo e ripresa

C’è tempo per riflettere e agire. Domenica si riposa e il 15 si va ad incontrare il Torino.

 

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