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La «bestia nera» Perugia non si smentisce e non si fa superare sul terreno del Via del Mare. È finita a reti inviolate la quindicesima giornata tra i giallorossi salentini e i biancorossi umbri. Una gara equilibrata, con qualche capovolgimento di fronte occasionale, pericoloso, e che avrebbe potuto avere anche esiti negativi.

Il «Liverani pensiero»

Per il mister leccese il Perugia si è dimostrato addirittura più forte del Palermo per qualità di gioco, al di là delle singole specificità dei giocatori (tra i quali alcuni campioni di serie superiore), soprattutto come rosa. Anche l’undici di mister Nesta ha cambiato tanti giocatori nella sua composizione attuale, tra questi alcuni che hanno frequentato la serie A e che provengono anche dall’estero (dall’Arsenal, come Dragomir).

Sangue e sudore

Una gara sofferta, sempre secondo Liverani, contro una squadra allenata bene, di carattere. In fondo una partita bella nella quale è mancato il risultato, ma non è mancato certamente il divertimento. I perugini potevano anche vincere (miracolose le due parate di Vigorito); mentre i leccesi qualcosa in più la potevano fare (basti pensare al palo colpito da Mancosu!).

Tutta esperienza

Beh, sì. La mancanza di un pizzico di attenzione è dimostrazione evidente che qualcosina va ancora migliorata, pur reggendo e pur non facendo conto su Calderoni (assente) e sullo stesso Falco sostituito al quarto d’ora della ripresa da La Mantia (non al cento per cento). Ad esempio: Kingsley non si sarebbe dovuto lasciare così indisturbato...

Tanto gioco

L’idea del mister leccese era quella di giocare aperti e di far conto sulle qualità dei singoli giocatori. Ma i giallorossi hanno accusato qualche criticità «dentro», nel loro interno. E l’episodio avrebbe potuto cambiare il volto alla partita. In fondo le due compagini si sono rispettate molto a vantaggio del gioco complessivo.

Interventi «esterni»

A parte l’aiuto della «dea bendata», il Perugia si può dire che abbia giocato sulle leggerezze dei locali, senza creare gioco e sfruttando le imprecisioni leccesi: quella mancanza del passaggio immediato che non sfrutta l’occasione offerta dall’«attimo fuggente».

Note a margine

È senz’altro più bello giocare di pomeriggio (è il terzo miglior incasso della stagione), anche se comunque si son dovuti accendere i fari dell’illuminazione supplementare per la nuvolosità sopraggiunta nel secondo tempo.

 

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