Nella parrocchia San Francesco D’Assisi in Campi Salentina, domenica scorsa il parroco Padre Antonio Imperato ha presentato a tutta la comunità i quattro nuovi ministri istituiti che, solo una settimana prima, avevano ricevuto il mandato dall’arcivescovo Michele Seccia.
La Chiesa fin dall’inizio riconosce i carismi e i ministeri suscitati dallo Spirito Santo tra i suoi membri come dono e grazia. Con questo spirito di servizio Pompilio Miglietta, terziario
francescano, è stato istituito accolito, invece Vincenza Serio, viceministra dell’Ordine francescano secolare, Fausta Scozzi, responsabile del gruppo Caritas e la catechista Elena Siciliano, hanno ricevuto il mandato di ministri straordinari della comunione.
La Chiesa, nella liturgia dell’istituzione del ministero dell’accolitato, invoca sul candidato una speciale benedizione, perché possa compiere fedelmente il suo servizio. Così il ministro ha un compito e una missione precisa da svolgere all'interno della Chiesa e non un’attribuzione onorifica.
L’esercizio del ministero lo aiuta a partecipare attivamente nella liturgia, a vivere una vita spirituale sempre più intensa, a maturare nella consapevolezza e a dare testimonianza con la vita.
L’accolito aiuta il presbitero e il diacono a compiere le azioni liturgiche. Si impegna a rendere servizio alla comunità celebrante dando il suo tempo, disponibilità ed impegno. Il suo servizio non si limita solamente alla celebrazione liturgica ma va anche fuori portando ai fedeli ciò che ha attinto dall'altare. Così cerca di farsi strumento dell’amore di Cristo e della Chiesa nei confronti delle persone più bisognose, deboli, povere e malate attuando il comando di Gesù agli apostoli durante l’ultima cena “amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”.
Anche il ministro straordinario della comunione è chiamato al servizio, che bisogna sempre compiere in umiltà per servire la comunità. La condotta deve essere una condotta concreta di vita che responsabilizza ancora di più. Sono invitati ad edificare gli altri con la parola, con i gesti, con le opere e testimoniando con il buon esempio.
Queste qualità morali e spirituali, richieste dal documento della Congregazione per la disciplina dei sacramenti, fanno capire che questo servizio è occasione di santificazione per coloro che si impegnano a svolgerlo nella propria comunità cristiana. Un cristiano non può limitarsi ad eseguirlo come un compito pratico da svolgere perché esso coinvolge profondamente la sua persona e la sua fede. Oltre che aiutare, in caso di necessità, i ministri ordinari a distribuire il pane consacrato ai fedeli durante la santa messa, hanno il compito di portare il corpo del Signore ai fratelli e sorelle infermi per malattia, handicap o età. Essere ministri straordinari della comunione significa servire la Chiesa e servire i fratelli a nome della Chiesa. Porta ad essere vicini ai sacerdoti per collaborare
con loro, ad essere più inseriti nella vita della parrocchia, ad incontrarsi con gli altri laici che svolgono altri servizi e ministeri, ad interessarsi perché i membri più deboli della comunità non siano trascurati o dimenticati.
L’augurio di tutta la comunità parrocchiale è quella di essere loro vicini nella preghiera affinché siano sempre più apostoli dell’eucarestia e della carità.