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"Non dire: sono giovane, ma va’ da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò”. La frase biblica tratta dal libro di Geremia ha accompagnato Fra Francesco Simone negli anni di discernimento della sua vocazione fino al 7 marzo scorso in cui è avvenuta la sua ordinazione diaconale.

 

 

 

Fra Francesco Simone è nato e cresciuto a Campi Salentina a stretto contatto con due realtà religiose: frequentava l'asilo presso L'Oasi Mamma Bella delle suore Calasanziane e contemporaneamente cresceva all’ombra del convento dei Frati Minori Cappuccini dove si recava giornalmente dall’età di 4-5 anni accompagnato dalla sua bisnonna per partecipare come ministrante alla santa messa vespertina.

Vivere a contatto con i frati, ha dato modo al piccolo Francesco di innamorarsi della spiritualità francescana e della vita di fraternità. Ecco il racconto della sua vita (GUARDA VIDEO).

“È nella parrocchia di San Francesco d’Assisi che ho avuto l’opportunità di venire a contatto con la vita consacrata dei frati che mi hanno aiutato e mi hanno colpito con il loro carisma francescano fondato sulla povertà, sul servizio ai sofferenti e sulla loro vicinanza alla gente, aspetto per il quale sono chiamati i ‘frati del popolo’”.

“Con il passare degli anni ho iniziato a coltivare nel cuore il sogno di consacrarmi al Signore così, a 14 anni, ho partecipato al primo campo scuola presso il convento dei Cappuccini di Alessano dove un episodio ha segnato la mia vita. Il 27 luglio del 2006, mentre eravamo in visita al Monastero delle Clarisse cappuccine, ad ogni partecipante fu consegnato un biglietto contenente delle frasi bibliche.  A me capitò una frase tratta dal profeta Geremia che dice: ‘Non dire sono giovane, ma va da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò’.  Era la risposta del Signore alle dimostranze di Geremia di essere inviato.  Questa è diventata la frase simbolo della mia vocazione e mi ha sempre accompagnato col passare degli anni. In alcuni momenti sembrava si fosse assopita, ma poi veniva riportata alla luce con tutta la sua bellezza e tutta la sua forza attrattiva”.

“Il 1° novembre 2011 sono entrato nel convento dei Frati Minori Cappuccini di Giovinazzo per iniziare l’accoglienza, la prima tappa di questo cammino di consacrazione. Il 5 novembre del 2017 ho emesso i voti perpetui nella chiesa collegiata di Campi Salentina e dopo aver studiato teologia a Bari Santa Fara, lo scorso 7 Marzo 2021, sono stato ordinato diacono”.

 

Il momento dell’ordinazione diaconale è una tappa importante: un punto di arrivo, ma anche di partenza. Come ti sei preparato a questo momento, quali sono stati i tuoi sentimenti?

“Il giorno che ha preceduto la mia ordinazione al diaconato ho provato tante emozioni e un’immensa gratitudine al Signore. Non mi rendevo conto di quanto stesse per accadere: da un lato si realizzava finalmente tutto quello che avevo sempre desiderato sin da piccolo, dall'altro lato ero anche preoccupato per la situazione sanitaria che stiamo attraversando, dovuta al coronavirus e che, purtroppo, non avrebbe permesso a molti di partecipare alla funzione religiosa”.

“Durante la veglia di preghiera fatta la sera prima del mio diaconato nella Basilica della Madonna dei Martiri, una frase di Santa Teresa d'Avila mi ha accompagnato in quel momento di preparazione e di preghiera: ‘Tu che nel mio nulla, mi conosci o Dio’.  La riflessione fatta in quel momento mi ha fatto sentire forte di voler continuare a servire il Signore partendo dalla consapevolezza di essere una cosa piccola, poca cosa, ma preziosa e che con l’aiuto del Signore posso dare il mio piccolo contributo per edificare la Chiesa”. 

Dopo l’ordinazione diaconale il tuo primo pensiero è andato alla comunità parrocchiale dove sei cresciuto ed è lì che hai voluto partecipare alla tua prima messa da diacono. Qual è stato il messaggio che hai voluto dare a tutti durante l’omelia?

“Ricollegandomi al Vangelo della IV domenica di Quaresima, la domenica della gioia, ho voluto mettere in evidenza la bellezza di andare incontro al Signore e uniformare la nostra vita a quella di Gesù. Il motivo per il quale dobbiamo essere gioiosi è il dono dell’amore di Dio per ognuno di noi, per tutta l’umanità. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, Gesù Cristo”. Dio ci ama, Dio ama tutto il mondo con le sue contraddizioni e le sue infedeltà. Non ha pretese. È un Dio che offre tutto se stesso e ce lo offre perché chiunque crede in Lui, non vada perduto, ma abbia la vita eterna, abbia l'amore eterno, anche nel momento storico difficile che stiamo vivendo. L’unica cosa che Dio ci chiede in cambio è di credere in Lui, di aderire alla persona di Gesù uniformandoci quanto più possibile a Lui per ottenere la vita eterna. Chi risponde a questo dono di grazia vive nella luce, è la persona splendida, è colui che fa la verità. L’invito che ho fatto alla comunità riunita durante la santa messa il 14 Marzo e che rinnovo ora a tutti è di pulire gli occhi del nostro cuore per essere persone luminose e far brillare la Sua luce nelle notti e nelle tenebre di tanti nostri fratelli”.

 

Il cammino del giovane frate è stato sicuramente ricco di incontri importanti che hanno segnato la tua crescita umana e vocazionale. Ci sono delle persone che ricordi con affetto e che vorresti ringraziare?

“Il primo pensiero di ringraziamento e di gratitudine lo rivolgo Signore per tutti coloro che in questi anni mi hanno incamminato nella mia vocazione ed hanno pregato per me. Ringrazio tutti i frati e in particolare Padre Innocenzo Isceri che è stato parroco a Campi Salentina per 17 anni. È lui che, per primo, ha intuito e visto in me il seme della vocazione e mi ha aiutato ad esprimerla. Ringrazio anche Padre Ludovico Ierardi che risiede presso la fraternità di Bari Santa Fara. Un pensiero va ai frati che vivono in cielo come Padre Pio da Cursi e Padre Candido Sallustio che, con il loro esempio, mi hanno dato una bella testimonianza di vita cappuccina. Un pensiero e un grazie va a Fra Ippolito Contino, il mio maestro di noviziato che ora risiede nella comunità di Campobasso e continua il suo servizio di formatore. Farò tesoro delle sue parole: “Il Signore ti faccia imparare sempre più a servire”. Ringrazio ancora  il Signore per tutte le religiose con le quali condivido la mia gioia e che ringrazio per essermi state vicine con la preghiera sostenendomi affinché giungessi a questo traguardo. Ringrazio tutti i miei parrocchiani e, in particolare, tutti i membri dell'Ordine Francescano Secolare che mi hanno offerto sempre il loro affetto e la loro preghiera. Attraverso loro ho capito come la preghiera fatta con il cuore per le vocazioni, possa sostenere tanti giovani che vogliono iniziare un cammino di consacrazione. Ringrazio tutti per la vostra vicinanza e la vostra preghiera chiedendovi umilmente di continuare ad accompagnarmi e a pregare per me. Infine ringrazio tutti voi di Portalecce per avermi dato la possibilità di raccontare la mia storia. Grazie”. 

 

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