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La tradizione che si fa preghiera e devozione, quasi come un memoriale, per ripercorrere racconti di un’epoca lontana più di 250 anni.

 

 

 

Quando a Campi Salentina imperversava una terribile carestia, che aveva ridotto allo stremo la popolazione, già provata, in quell’inverno del 1765, da temperature particolarmente rigide. Freddo e fame, dunque, che indebolivano non solo il fisico, ma anche gli aneliti spirituali e religiosi di gente semplice e laboriosa. 

Ma la Provvidenza, in quei mesi, accarezzò benevolmente Campi, mandando in quello che era allora uno sperduto paese, un sacerdote dallo straordinario carisma, con già la fama di uomo illuminato da Dio.

Padre Pompilio Maria Pirrotti, lo scolopio di Montecalvo Irpino, il futuro San Pompilio, che da allora segnò per sempre le sorti di questo territorio. Giunse a Campi nel luglio di quell’anno e, come detto, nei mesi invernali dovette assistere i campioti, provati dai rigori climatici e dalla mancanza di cibo.  

E Padre Pompilio, senza risparmiarsi, si faceva prossimo al suo prossimo, aiutando e sostenendo chi gli si faceva incontro. Le cronache di quel tempo ci parlano di lui che, uscito dall’istituto, veniva avvicinato da tante persone che cercavano da mangiare. Ed egli distribuiva a tutti, ma soprattutto ai bambini, quanto aveva: ceci e fave abbrustoliti, ma specialmente pane, “fettoline di pane”, che prodigiosamente tirava fuori dalle tasche della sua tonaca, senza che mai si esaurissero. 

Per ricordare e rievocare quei segni miracolosi, domani mattina, vigilia della sua festa, come da tradizione, interrotta soltanto lo scorso anno a causa dell’emergenza pandemica, in santuario, alle 9.30, si terrà la concelebrazione eucaristica con la benedizione del pane di San Pompilio, che successivamente sarà distribuito alla cittadinanza.

A norma delle vigenti disposizioni, il pane benedetto verrà consegnato già imbustato. 

 

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