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Nei giorni scorsi nella Parrocchia di Sant’Antonio Abate a Carmiano si sono svolti i festeggiamenti in onore di San Giovanni Paolo II, ricordato nel 40° anniversario della sua elezione a Sommo Pontefice: nel pomeriggio una processione aux-flambeaux ha attraversato le vie del paese; in serata si è celebrata la Santa Messa seguita da una veglia di preghiera per giovani e adulti.

La comunità di Carmiano ha così avuto l’occasione per riflettere su una delle figure più importanti della nostra storia recente: era il 16 ottobre 1978 ed un uomo “chiamato da un paese lontano” venne eletto papa. Karol Wojtyła proveniva dalla Polonia, un Paese dell’Est in cui professarsi cristiano significava compiere un atto di grande coraggio. Egli, già attivo in campo culturale durante la seconda guerra mondiale, sfidò nel dopoguerra l’oppressivo sistema sovietico in nome della propria fede e del valore imprescindibile della libertà. Dopo aver frequentato un seminario clandestino, venne ordinato sacerdote nel novembre del 1946. Prete operaio e combattente in prima linea, Papa con precedenti sportivi e con la passione per il teatro: era questo e molto altro Giovanni Paolo II che, con la sua personalità forte e anticonformista, ha destato sin da subito l’affetto dei fedeli e del mondo laico, sviluppando, in particolare, un rapporto straordinario con i giovani di tutto il mondo che egli riuscì a radunare durante le Giornate Mondiali della Gioventù.

Tra i banchi della parrocchia di Sant’Antonio Abate, c’erano ancora una volta giovani desiderosi di conoscere, pronti a lanciarsi a capofitto nella vita e radunatisi in una chiesa di provincia di lunedì sera per imparare qualcosa sulla storia che ha preceduto i loro passi ma che continua a riguardare da vicino la loro vita. “Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore”: ancora una volta queste parole hanno raggiunto le orecchie di una nuova generazione di giovani, sono le parole di un vecchio Papa di trincea che durante il secolo scorso è riuscito a cambiare la storia. Come non si potranno ricordare i suoi rivoluzionari viaggi in giro per il mondo, la sua capacità di dialogo interreligioso, la sua attenzione verso gli ultimi della terra e la sua ostinata misericordia durante gli anni della malattia?

La comunità di Carmiano ha anche avuto l’onore di accogliere, per una sera, una delle reliquie di San Giovanni Paolo II custodite nella nostra diocesi: la casula che indossò il Pontefice nella sua visita a Lecce nel settembre del 1994.

Ringraziamo don Riccardo che con la sua iniziativa ci ha dato la possibilità di ricordare questo grande Santo e quest’uomo di Cristo, esempio di resistenza alle guerre, di sfida all’omertà, di apertura verso il mondo. Egli non smetterà mai di insegnare a tutti i giovani di ogni epoca il coraggio di combattere per distruggere ogni muro, per aprire ogni frontiera, per sconfiggere ogni paura.

 

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