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I Frati Minori di Lecce annunciano di aver ricevuto il vaccino, non solo per ringraziare gli enti preposti ma anche per sostenere la campagna vaccinale e incoraggiare gli indecisi: una somministrazione avvenuta nel pieno rispetto del Piano vaccinale.

 

 

 

Eppure contro di loro si è scatenata una pioggia di accuse gratuite: una macchina del fango che, come spesso accade, marcia spedita lungo i binari del web e del facile sensazionalismo. La polemica attorno alle dosi anti-Covid ha tanti volti. E a finire nella polveriera dei social, dunque, sono state anche le comunità religiose. In rete, questa volta, si è sparato ad alzo zero contro i Frati Minori di Lecce, bersagliati per aver risposto ad una regolare convocazione.

Ma il messaggio social, purtroppo come ormai accade troppo di frequente, ha dato la stura alle invettive, tra parole di “vergogna” e accuse di favoritismi scagliate a gogò. La sede dei Frati Minori di Lecce è presso il convento di Sant’Antonio a Fulgenzio, la struttura che sorge in via Imperatore Adriano accanto alla chiesa che accoglie i preziosi affreschi di Fra Raffaello Pantaloni, nel centro del capoluogo, da sempre in prima linea nell'assistenza ai senza fissa dimora e ai poveri: recente anche l’apertura della dispensa “Numero 153”(LEGGI QUI), ultimo tassello di carità di marchio francescano, di recente inaugurato a Lecce dall’arcivescovo Michele Seccia.

Con il post su Facebook, poi rimosso a stretto giro per un eccesso di rialzo di livore, i Frati hanno quindi comunicato di aver fatto il vaccino: hanno ricevuto le dosi per immunizzarsi contro il Covid sia i religiosi che i collaboratori della comunità. Eppure, nonostante la giostra dell’indignazione che si è mossa veloce, non c’è stato alcun salto della fila o scorciatoia, nessuna furberia, nessun privilegio. La somministrazione era infatti prevista in base alle categorie individuate dal Piano vaccinale (LEGGI QUI). Nello specifico, per le persone che vivono in conventi, seminari, convitti etc. e per il personale dipendente e volontario la campagna di vaccinazione è partita lo scorso 22 marzo. Dunque: tutto è avvenuto nel pieno rispetto delle regole, dei tempi e delle procedure. Ma la slavina di odio non si è fatta attendere. E il mirino, nel volgere di un amen, si è poi spostato anche su Asl, governo e regione. 

 

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