Arriva la bella stagione ed esplode la creatività dei maestri gelatai della gelateria sociale Defriscu di Lecce che hanno dato vita ad un nuovissimo gusto dal nome che è tutto un programma. Il nuovo gelato si chiama ‘Sua Eccellenza Michele’ ed è ovviamente dedicato all’arcivescovo metropolita di Lecce, mons. Michele Seccia.
La gelateria Defriscu, aperta tre anni fa, è la prima gelateria sociale di Puglia, un’attività dell’impresa sociale della Fondazione di Comunità del Salento, presieduta dall’avv. Antonio Capoccia, nata nell’ambito del progetto ‘Ri-Partenze’ e situata in Via Palmieri a due passi da Porta Napoli e dal Teatro Paisiello.
L’arcivescovo Seccia ha visitato personalmente ieri pomeriggio la gelateria per assaggiare con gusto il nuovo gelato che porta il suo nome salutando e ringraziando con affetto i lavoratori e il presidente della fondazione.
La dedica del nuovo gelato, da un’idea della maestra gelataia Sara Zambrini, nasce come un dolce tributo ad un uomo che dal primo giorno del suo insediamento nell’arcidiocesi di Lecce si è distinto per generosità, sensibilità, attenzione verso i più deboli e i più sofferenti, coloro che sono stati messi al margine da una società che spesso non sa perdonare gli errori e tende a dimenticarsi delle difficoltà degli altri, ed è per questo che, chi ha ricevuto questa nuova opportunità di un’occasione lavorativa, non ha mancato di tributare la fatica degli ultimi mesi di lavoro proprio al pastore della diocesi.
L’arcidiocesi di Lecce, infatti, è tra i soci fondatori della Fondazione di Comunità del Salento, di cui l’impresa sociale è braccio operativo.
Il pastore ha gradito con emozione questo piccolo ma significativo omaggio da parte dei dipendenti della gelateria gustando con piacere un cono di “Sua Eccellenza Michele” e benedicendo con una particolare preghiera il lavoro e l’impegno di tutto lo staff della gelateria sociale.
Lo staff di collaboratori di ‘Defriscu’ è composto da donne e uomini che hanno sperimentato in gelateria il riscatto sociale dopo aver conosciuto l’emarginazione e la fragilità sociali. Un piccolo ma significativo progetto che si spera possa essere il primo di tanti altri futuri sempre con la missione di ridare dignità sociale ad ogni individuo.