Oggi e domani, 1 e 2 agosto, tutta la famiglia francescana leccese, Frati Minori, Sorelle Povere e Ordine Secolare, vivono la ‘Festa del perdono’ facendo memoria dell’esperienza di San Francesco alla Porziuncola di Assisi, quando chiese ed ottenne dal Signore il più grande dei doni, il suo perdono per sé, ma per tutti quanti, pentiti, ne avessero fatta richiesta.
Due i luoghi francescani dove a Lecce si potrà ottenere l’indulgenza plenaria: il monastero delle Clarisse, in Via Adriatica. Qui oggi, 1° agosto alle 21, l’adorazione eucaristica, con la presenza di sacerdoti disponibili per le confessioni; domani 2 agosto alle 20 la santa messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.
Poi anche nel santuario di Sant’Antonio a Fulgenzio: oggi le confessioni dalle 17.30 alle 18. 30 e santa messa alle 19; domani 2 agosto confessioni dalle 10 alle 12 e dalle 17.30 alle 18.30 e santa messa alle 19 presieduta dall’arcivescovo Luigi Pezzuto.
A proposito di indulgenza, nel Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 1478-9) si legge: “L’indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati”.
Ma come si ottiene il perdono di Assisi? Prima di tutto occorre ricevere l’assoluzione per i propri peccati nella confessione sacramentale, celebrata nel periodo che include gli otto giorni precedenti e successivi alla visita di un luogo francescano, per tornare in grazia di Dio; partecipare alla messa e alla comunione eucaristica nello stesso arco di tempo indicato per la confessione; visitare una chiesa francescana dove rinnovare la professione di fede, mediante la recita del Credo, per riaffermare la propria identità cristiana, e recitare il Padre Nostro, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel battesimo; recitare una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Pontefice stesso. Normalmente si recita un Pater, un’Ave e un Gloria; è data tuttavia ai singoli fedeli la facoltà di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno verso il Papa.