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Continua il ciclo di incontri “Le conversazioni di Sant’Anna” nella chiesa di Sant’Anna in via dei Libertini 13 a Lecce stasera 21 aprile alle 20.

 

 

La rassegna, al suo terzo anno, è promossa dall’associazione “Antonio Pignatelli” a cui è affidata la promozione culturale dell’edificio ecclesiastico di proprietà del comune, e dall’associazione “Festinamente”.

I riflettori questa volta saranno puntati sulla tomba di San Filippo Apostolo a Hierapolis e il prof. Francesco D’Andria, Accademico dei Lincei e professore emerito di archeologia classica presso l’Università del Salento, racconterà di questa preziosa scoperta.

Dopo i saluti a cura di Giuseppe Capoccia, presidente dell’associazione “Antonio Pignatelli”, e l’introduzione di don Giuseppe Amadieu, rettore della chiesa di Sant’Anna, nella conferenza dal titolo “La tomba di San Filippo apostolo a Hierapolis. Il racconto di una scoperta” il prof. D’Andria svilupperà il tema a partire dal 1957 in Turchia, anno della sua direzione della Missione archeologica italiana a Hierapolis di Frigia. Il nome greco Hierapolis significa “città sacra” e infatti, sino dalle origini, era famosa per i suoi santuari come il Plutonio, dove c’era una grotta che era considerata l’ingresso agli Inferi.

La città sorge in una regione in cui precocemente, pochi decenni dopo la resurrezione, si sviluppò il cristianesimo: infatti a poca distanza si trova Laodicea, una delle sette città dell’Apocalisse di Giovanni (3, 14) e nella stessa vallata si affaccia Colosse, la città della celebre lettera di San Paolo ai Colossesi.

A Hierapolis una tradizione, conservata da Eusebio di Cesarea, attribuiva l’arrivo in città dell’apostolo Filippo che qui aveva annunciato il Vangelo, subito il martirio per crocifissione e sarebbe stato sepolto. Su una collina appena fuori dell’abitato la Missione italiana ha portato alla luce un grande santuario bizantino, dominato da un maestoso edificio ottagonale. Qui si era cercata senza successo la tomba dell’Apostolo.

Intensa è stata l’emozione di chi scrive quando, nel 2011, lo scavo di un edificio accanto all’Ottagono ha rivelato una seconda chiesa a tre navate. Al centro era una tomba romana a sacello oggetto di grande venerazione, come attestano i graffiti in greco, ma anche in armeno, che invocano il nome dell’apostolo Filippo, scritti dai pellegrini che qui venivano da tutto l’Impero bizantino, ma anche dall’Occidente, per venerare le reliquie e il luogo del martirio. Anche Federico Barbarossa attraversò la città ormai in rovina il 25 aprile del 1190, insieme a tutto l’esercito crociato, cantando le litanie del Santo.

 

 

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