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Il “Barocco Festival Leonardo Leo”, la rassegna di musica antica dedicata al grande compositore di San Vito dei Normanni e alla Scuola Napoletana del Sei e Settecento, approda stasera a Lecce alle 21, nella chiesa di Sant’Anna con il concerto “Musica tra le grate. Le voci della clausura”.

 

 

 

Il programma della serata è pensato per approfondire l’uso delle voci femminili nei cori sacri del XVII e XVIII secolo, con brani di Isabella Leonarda, Antonio Vivaldi, Leonardo Leo e Giovan Battista Pergolesi. L’ensemble vocale femminile “Cantoria Nova”, diretto da Annalisa Pellegrini, eseguirà alcune composizioni, accomodate per voci femminili. L’ascolto di una trascrizione storica dello Stabat di Pergolesi per voci femminili con accompagnamento dell’organo sarà il punto centrale del concerto che riprenderà una pratica caduta in disuso che sottolinea la resilienza e la creatività delle donne che, dietro le grate, hanno lasciato un’impronta profonda nella storia della musica sacra.

L’antifona mariana “Ave regina caelorum” di Isabella Leonarda, composta nel XVII secolo, rappresenta un esempio emblematico del contributo delle donne alla musica sacra, nonostante le restrizioni imposte dalla clausura. Suor Isabella, monaca e Madre badessa del collegio di Sant’Orsola di Novara, fu una figura di rilievo nel panorama musicale del suo tempo, pubblicando circa 200 composizioni sacre che riflettono la devozione e l’ingegno delle compositrici dell’epoca.

Un altro pezzo significativo del programma è il “Beatus vir RV 598” di Antonio Vivaldi, scritto per le allieve del Conservatorio della Pietà di Venezia, un’istituzione musicale femminile di grande fama nell’Europa del XVIII secolo. Vivaldi adattò la struttura corale tradizionale per voci miste affinché potesse essere eseguita da ensemble vocali femminili, dimostrando una straordinaria flessibilità compositiva. Ma il momento centrale del concerto è la trascrizione storica dello “Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi, un capolavoro del barocco presentato in una versione, conservata nella biblioteca benedettina di Einsiedeln, che dimostra come la popolarità dell’opera abbia portato a numerose rielaborazioni per rendere la composizione accessibile a diverse comunità religiose.

La musica di Pergolesi, in particolare il “Quando corpus morietur”, esprime un pathos profondo combinando la drammaticità barocca con una sensibilità moderna che esplora il dolore e l’incertezza dell’esistenza umana. Come scrisse Victor Hugo, «La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio». Così, il concerto mette in luce l’importanza delle voci femminili nel repertorio musicale sacro e sottolinea la capacità dell’arte di dare voce a chi altrimenti sarebbe rimasto nell’ombra.

 

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