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In occasione della giornata Mondiale della memoria, la parrocchia San Massimiliano Kolbe in Lecce, intende far conoscere meglio la figura del santo martire di Auschwitz.

 

 

 

Francescano conventuale, missionario, giornalista, fondatore di cittadelle e di riviste, di un’associazione ancor oggi attiva e diffusa in tutto il mondo come la Milizia dell’Immacolata. E poi santo e martire, il primo «martire della carità» al mondo. Sono davvero dieci le vite che San Massimiliano Kolbe riuscì a vivere in una sola, conclusasi ad appena 47 anni. Un’esistenza che egli visse «affidandosi» totalmente al Padre.
Nel 1941 è deportato ad Auschwitz dove è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Qui offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria” il 14 agosto dopo due settimane di torture. Con il suo martirio, ha detto Giovanni Paolo II, egli ha riportato «la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’ uomo»
Per l'occasione è stato realizzato un volantino (CLICCA QUI ), perché la figura del santo martire della carità ci insegna che tutti possiamo giungere a quei livelli d’amore. Ciò accade solo se la nostra capacità di amare è «allenata» ogni giorno da piccoli gesti di carità che, passo dopo passo, ci preparano a essere autentici miracoli d’amore. «Solo l’amore crea»: è il motto-eredità di Massimiliano.

 

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