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Al via stasera nella chiesa di San Matteo in Lecce, il triduo solenne in onore di Santa Maria della luce titolare della parrocchia.

 

 

 

 

Il programma (CLICCA QUI ) predisposto dal parroco, mons. Giancarlo Polito, prevede già da stasera il rosario alle 18 e la santa messa alle 18,30. Nel giorno della festa, alle 16 il rosario e, a seguire, la solenne eucarestia con la benedizione delle candele. Al termine, ci sarà la premiazione del concorso poetico e artistico cui hanno partecipato fanciulli e ragazzi dei gruppi catechistici.

Il culto a Maria, Madonna della Luce, è realmente molto antico e, sebbene in tutto il territorio salentino siano diverse le chiese a lei intitolate, la chiesa leccese dedicata a Maria della Luce, oltre ad essere la prima parrocchia della città, è tra le più antiche. Infatti, nel capoluogo salentino, la vetusta chiesa, andata purtroppo distrutta, fu edificata in onore della Madonna della Luce, in quanto nel corso del XV secolo, fu proprio la Vergine a ottenere la fine del morbo della peste a Lecce. Da qui, si diffuse in tutta la città la notizia del “miracolo della luce”, il cui segno è contenuto in quello stupendo affresco che è ancora oggi presente nella chiesa di San Matteo, dove fu trasferito il titolo parrocchiale, in seguito alla distruzione del tempio mariano.

Il culto alla Madonna della Luce crebbe in modo costante a Lecce e nel Salento. Da Lecce, infatti, si irradiò la devozione, che fu interpretata anche in rapporto alle invasioni dei turchi islamici, i quali tentarono, senza successo, di spegnere la luce della fede nelle nostre terre, abbattendo chiese, invadendo conventi e monasteri e spingendo a conversioni forzate. Famoso è il prodigio che avvenne nel 1537 a Ugento, quando un sacerdote cieco, don Didaco di Vittorio di Afragola, si fermò proprio presso l’immagine della Madonna della luce, custodita in una cappella rupestre e ottenne miracolosamente la guarigione degli occhi. Anche a Galatina, la Vergine della Luce compì un miracolo che rivelò il vescovo idruntino Gabriele Adarzo de Santander, che apparteneva all’ordine dei Mercedari. Nel 1659, il presule fu colto da un terribile temporale che fece impazzire i cavalli che guidavano la carrozza. Il vescovo invocò la Vergine e subito apparve una intensa luce che squarciò le tenebre e si diffuse nel cielo. Da qui, il medesimo pastore diffuse la devozione alla Vergine della Luce.

Il culto alla Madonna della Luce è recentemente giunto addirittura oltre i confini europei, a seguito di apparizioni iniziate nel 1968 e durate fino al 1971 nei pressi de Il Cairo, dove numerose persone videro l’immagine della Madonna della Luce, definita Nostra Signore di Zeitoun (località egiziana), apparire sulla chiesa copta di San Marco. I primi a gridare al prodigio furono degli operai musulmani che videro una donna inginocchiata ai piedi della croce. Varie volte la Madonna apparve, ma senza nulla dire. Una volta la vide una folla di circa 250 mila persone, appartenenti a tutte le religioni. La chiesa copta locale, dopo numerosi studi di fotografie, video e filmati, riconobbe l’autenticità delle apparizioni e anche Paolo VI dichiarò che la Santa Sede rispettava il parere della Chiesa copta.

Pertanto, sebbene il culto alla Vergine della Luce pare sia iniziato a Trapani nel 1211 e si sia diffuso primariamente in Sicilia, Lecce fu uno dei primi luoghi dove la Madonna fu invocata sotto questo titolo ed è pertanto un onore per l’intera comunità di San Matteo e della diocesi tutta, venerare così la Madre di Dio.

Merita particolare attenzione l’affresco ancora custodito a San Matteo, dove si vede chiaramente l’immagine della Madonna che allatta il proprio Figlio, vera “luce per illuminare le genti e gloria del popolo Israele”. La Vergine è Madonna della luce perché è Colei che ha dato alla luce il Figlio di Dio e, invitando ogni fedele a tenere accesa la lampada della fede, ci sprona ad essere testimoni della luce che non conosce tramonto, Cristo Signore nostro.

 

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