“Chi semina … raccoglie”. Con questo slogan i giovani dell’Azione cattolica delle parrocchie Sant’Antonio Abate - Maria SS. del pane, hanno ridato vigore e colore alle due fioriere antistanti l’ingresso del teatro comunale, nella centralissima Piazza Regina Margherita a Novoli.
L’evento ha visto la partecipazione di un nutrito numero di aderenti al settore giovani di Ac che hanno fatto corona al loro parroco, don Luigi Lezzi, al sindaco, Marco De Luca e parte degli assessori e consiglieri comunali presenti in piazza per plaudire ed incoraggiare l’iniziativa.
C’è bisogno di rivoluzione! È questa la consapevolezza che ha animato il cammino intrapreso dai giovani di Azione cattolica nell’anno pastorale che ora volge al termine e che ha suscitato in tutti il desiderio di far nascere e fiorire la voglia di essere insieme… rivoluzionari.
Rivoluzione vuol dire avere il coraggio di mettersi in moto, di mettersi in discussione, di lasciarsi plasmare dall’incontro con il Signore ed essere quasi “temerari” dinanzi ad un principio o ad un valore in cui si crede.
Nel vangelo di Marco, faro che ha illuminato tutto il percorso associativo dell’anno, emerge prepotente la domanda che Gesù rivolge ai due discepoli Giacomo e Giovanni: “Cosa volete che io faccia per voi?”; proprio partendo da questa domanda si può comprendere il significato profondo di quello che Gesù dice quando afferma di essere venuto per servire e non per essere servito. Poche parole, utili però a segnare il passo e proiettare lo stile del buon cristiano.
Sarebbe utile provare a scendere dal “piedistallo della fede”, luogo preferito di chi giudica e camminare sulla “strada della compagnia”, spazio riservato a chi sa porre domande giuste e provocatorie.
Il più grande “potere” della persona è donarsi per amore, e potere non è un sostantivo, ma un verbo che insegna che chi ha cambiato il mondo lo ha fatto proprio sporcandosi le mani.
Sulla scia di tali considerazioni si è pensato, attraverso l’iniziativa in piazza, di provare come gruppo giovani di Azione cattolica a cambiare se non il mondo, almeno una particella della realtà più prossima. Come? Semplicemente prendendosi cura delle due fioriere presenti nella piazza centrale del paese, che metaforicamente parlando ne rappresenta il “cuore”.
Innaffiare il terreno, liberarle dall’erbacce soffocanti, ammirare i colori dei fiori appena sbocciati e deliziarsi del loro profumo, sarà forse un gesto che a qualcuno risulterà di poco conto, ma a chi si è impegnato sembra un grande atto per mettere in moto la rivoluzione così come ha esortato Papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato Sii.
È importante, dunque che ciascuno torni a volgere lo sguardo non solo sulle persone ma anche sulle cose; uno sguardo capace di contrapporre all’indifferenza e alla logica del “me ne frego”, la coscienza del “prendersi cura” degli altri e dell’ambiente.
Non sarà facile ma il sogno è questo: essere rivoluzionari, gentili e appassionati!