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Un secolo di vita, durante quei cento anni caratterizzati da cambiamenti velocissimi. All’inizio del XX secolo si camminava in carrozze trainate da cavalli, alla fine dello stesso Novecento si perlustrava lo spazio di persona.

 

 

 

Lei, Diana Mariano, nata e cresciuta a Cutrofiano, ma residente da anni a San Pietro Vernotico, l’altra sera, tra parenti e amici, ha festeggiato il prestigioso compleanno, occasione per tirare dallo scrigno della memoria spaccati del tempo che fu, quelli ancora vivi. E ha raccontato la sua attività di sarta, svolta fino a un paio di anni fa.

Aveva iniziato questo lavoro quand’era bambina. Prima dedicandosi agli abiti per uomo. «Cucivo gli abiti per le spose e le clienti non pensavano che fossi io a farlo, perché mi vedevano piccola. E tutti non mi credevano. Io ero contenta, adesso invece no perché non lavoro più» ha raccontato la signora Diana. Un talento precoce: «Il primo abito l’ho cucito quando avevano dieci anni per una mia cugina: quando l’hanno vista sono rimasti a bocca aperta». Quegli abiti per le nubende erano richiesti non solo nella provincia leccese e nel Brindisino, ma, si racconta, anche da Roma.

«Avevo dieci discepole, tutte brave. Il mio mestiere era molto faticoso, la notte non dormivo, quando mi stavo riposando» ricorda nonna Diana. Che scherza un po’ su quelle sue allieve: «Loro sembravano grandi, io piccola».

A casa della festeggiata, oltre ai circa trenta invitati, si è recato anche il sindaco di San Pietro Vernotico, Pasquale Rizzo, il quale ha regalato alla signora la targa commemorativa di rito. L’unico rammarico della signora Diana è stata l’assenza del marito, Rocco Colì, ormai deceduto. «Non abbiamo mai litigato: anche se c’era qualcosa, lui tollerava e io pure -racconta la donna -. Perché quando si incontrano due persone dello stesso taglio, ci si perdona. Ho pensato sempre a lui, oggi non c’è: quale allegria tengo allora?».

Il ricordo di quando l’amato uomo fu chiamato in guerra. La prigionia a Rodi, nel mar Egeo. L’Esercito italiano scelse di non combattere più al fianco della Wehrmacht, quindi i tedeschi invasero l’isola. Rocco non volle collaborare coi germanici. «Tornò sciupato. Quand’era in guerra ci scambiavamo lettere. E lui sotto al francobollo scriveva “Bacio”». Racconti che non si trovano sui libri di storia. Tenerezza, come quella che emerge narrando della nascita della nipotina Serena, qualche decennio fa: «Avevo paura dell’aereo ma per vederla mi sono data coraggio e l’ho preso, per arrivare a Cagliari. E allora è stata la prima volta che ho visto piangere mio marito, perché eravamo inseparabili».

Inevitabile un raffronto con un passato lontano: «Il mondo non è cambiato, è la vecchiaia a non essere bella». Auguri, nonna Diana.

 

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