Un fenomeno che va ripetendosi un po’ dappertutto: profughi ucraini, donne e bambini rifugiati in Italia che scelgono di tornare in Patria o comunque che decidono di raggiungere mariti e papà se sono riusciti a fuggire dalla guerra.
Accade anche a Squinzano - come a Torchiarolo e a Merine - dove verso la fine del mese di marzo scorso sono stati accolti nelle famiglie cinque donne e sedici bambini (LEGGI). I piccoli furono subito accolti nelle scuole del paese (LEGGI) ma, in tanti si sono mobilitati per l’accoglienza e nella solidarietà. Qualcuno ora decide di tornare. Ad annunciarlo l’arciprete, don Alessandro Scevola al termine di un momento di grande emozione vissuto nel giardino della canonica: “i piccoli Sergio e Angelina partono insieme con la loro mamma, per riabbracciare il loro papà. La loro casa purtroppo è andata distrutta durante un bombardamento ma il loro padre è riuscito a fuggire e a trovare riparo e lavoro in un paese attualmente più tranquillo”.
“Certo - aggiunge don Alessandro -, non è il finale che avremmo voluto ma dopo due mesi dalla loro partenza il desiderio di riabbracciare le persone che si amano è più forte della paura della guerra. E così ora i nostri amici ritornano nella loro martoriata patria...”.
“Alla famiglia di Gianni Renna e Annarita - conclude l’arciprete - che sono stati i primi ad aprire le porte della loro casa il nostro abbraccio colmo di gratitudine per tutto il bene che hanno donato in questi mesi. Il Signore benedica il viaggio e la vita di questi nostri amici ucraini perché possa sorgere presto per loro un'alba di pace e di speranza e chissà...un giorno ritornare in mezzo a noi”.