Nei giorni scorsi presso l’oratorio Giovanni Paolo II della parrocchia Santa Famiglia di Trepuzzi ha avuto luogo il terzo incontro, formativo con Cesare Martella, psicologo dell’età evolutiva e della famiglia, in collaborazione con l’Azione cattolica e la Caritas.
Quest’incontro si inserisce in un percorso formativo per operatori, genitori, insegnanti impegnati con i ragazzi, all’interno di un progetto parrocchiale più ampio: il progetto sociale, nello spirito oratoriale, orientato verso le famiglie e i ragazzi, a rischio di abbandono scolastico, propone soluzioni di aiuto attraverso il doposcuola, i laboratori creativi e percorsi formativi.
Tema del terzo appuntamento: “Gli stati dell’io e la funzione educativa”. Martella ha argomentato con particolare dettaglio, non solo teorico, ma principalmente pratico, grazie alla sua qualificata esperienza professionale quotidiana.
Ha iniziato con esporre gli stati “dell’Io”, analizzando “l’Io genitore”, che struttura una maturità educativa generativa, capace di costruire modelli di identificazione positivi e relazioni empatiche col bambino, specificando che questa è la formula vincente sotto il profilo della crescita evolutiva..
Cesare Martella precisa che questa funzione è applicabile anche all’adulto “generativo”, che a diverso titolo interagisce con il bambino rappresentando la figura, capace di stabilire una relazione positiva con il ragazzo, creativa, caratterizzata dal riconoscimento dell’altro, dalla capacità di tirare fuori le qualità intellettive ed emotive caratterizzanti la personalità del bambino.
Diverso è il quadro quando non funziona la relazione e ci si trova dinanzi ad adulti inadeguati e in fuga dalle responsabilità. Lo stato “dell’Io” evolve in maniera non ben strutturata, con le conseguenze evolutive sulla personalità del bambino ben differenti e problematiche.
Appare chiaro che ogni ragazzo porta con sé un vissuto molto importante, che ogni educatore deve conoscere e tener conto se vuole incidere, anche se in minima parte, alla strutturazione “dell’Io”.
Pertanto, l’educatore nella relazione, deve proporsi come punto di riferimento importante, rafforzando la motivazione e la dedizione, per entrare in sintonia con loro e comprendere i loro bisogni. La formazione, ancora una volta, diventa necessaria, se non fondamentale per offrire un servizio qualificato.