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Il Lecce era atteso da una gara ostica contro l'Ascoli che stava scalando la classifica grazie a una lunga striscia positiva.

 

 

Per la partita, Baroni mischiava ancora le carte. Oltre a Lucioni, squalificato, rinunciava a Strefezza, la cui prestazione a Monza non è stata la solita, e inseriva due esterni atipici in avanti, cioè Rodriguez a sinistra e Ragusa a destra. In mezzo al campo, confermati Gargiulo, Hjulmand (insostituibile) e Helgason.

L'Ascoli giocava con un insidioso 4-3-3 e privilegiava il lungo fraseggio e il possesso palla. Di contro, il Lecce questa volta partiva col piglio giusto e attaccava la profondità sia a sinistra con Barreca e Rodriguez, sia a destra con un pimpante Gendrey e un Helgason in ottima forma. Ragusa non sempre era efficace, a volte appariva lento, ma si muoveva bene in fase di ripiego, garantendo copertura a Gendrey, e cercava il fraseggio con Coda. Proprio la punta salentina ricuciva il gioco, proponeva tante sponde e dava brio alla manovra. I ritmi dei giallorossi non erano vertiginosi, ma i ragazzi di Baroni cercavano di recuperare subito il pallone andando in pressing e, proprio su una palla recuperata, al 20' era Rodriguez ad accentrarsi e realizzare il gol del vantaggio, frutto di un rasoterra angolato, ma anche della complicità del portiere avversario. Annotato il gol, i salentini si difendevano con ordine e Calabresi e Tuia erano quasi sempre perfetti. La schermatura di Hjulmand era a volte decisiva e anche Gargiulo si faceva apprezzare nelle due fasi.

Così il primo tempo scorreva tranquillamente. Il Lecce andava vicino al raddoppio con uno schema da calcio di punizione che liberava Rodriguez in area, ma alla fine dei 45' l'Ascoli aveva una grande chance da due passi su sviluppo da calcio d'angolo ma Gabriel era strepitoso ad apporsi a Paganini da due passi.

Nella ripresa, il copione del match non cambiava e il Lecce agiva soprattutto di rimessa, andando vicino al raddoppio con Ragusa che non sfruttava la splendida giocata di Coda. Proprio nella capacità di ribaltare il fronte il Lecce si faceva apprezzare.

La pratica poteva dirsi chiusa già al 10' quando una splendida triangolazione tra Coda e il funambolico Rodriguez metteva quest'ultimo davanti a Leali che respingeva prima la fucilata dello spagnolo e poi il tentativo del campano. Era però lo stesso Pablito a riprendere palla e a servirla a Coda che di tacco raddoppiava a porta sguarnita.

Dopo pochi minuti era Ragusa a divorarsi il contropiede del 3-0, e allora Baroni ricorreva ai cambi sostituendo gli esterni offensivi. Scroscianti erano gli applausi per Pablo Rodriguez autore di gol e assist, ma soprattutto attento, vispo e sempre pericoloso.

All'improvviso la gara si riapriva per il gol dei marchigiani, giunto a metà della ripresa con Ricci, secondo la più classica regola del ''gol mancato, gol subito''.

La Nord allora incitava i giallorossi a combattere fino alla fine. Il Lecce però avvertiva il contraccolpo e rischiava di prendere il gol del pari.

Baroni inseriva Bjorkengren e Simic per dare nuova linfa ai suoi. Il Lecce era ormai stanco e l'Ascoli iniziava a crederci. Era sopratutto Dionisi a impensierire Gabriel, che veniva poi salvato dal palo interno con D'Orazio. Il Lecce finiva in apnea, soffrendo e stringendo i denti, ma portando a casa la posta in palio.

La gara con i marchigiani certificava la forza del Lecce, capace di cambiar interpreti, ma non lo spartito. Oggi non è pesata nemmeno l'assenza di Strefezza in avanti o di Lucioni in difesa, anche se la fase finale del match è da rivedere e bisogna chiudere prima le gare. La sofferenza terminava al 92’ quando il contropiede salentino fruttava il 3-1 finale per il rigore assegnato per fallo su Bjorkengren servito perfettamente. La doppietta di Coda era così servita.

Va sottolineato l'ottimo lavoro di Baroni, capace di scegliere tenendo tutti sulla corda. Con incontri così ravvicinati non ha sbagliato praticamente nulla contro avversari di livello.

Ora la sfida di Perugia vedrà i salentini raggiungere l’Umbria da primi della classe, nella certezza che i giovani talenti giallorossi si faranno ancora una volta valere.

 

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