In uno stadio Via del Mare straripante di entusiasmo, il Lecce affrontava il Pisa, in una gara che valeva una stagione e un obiettivo: la A.
Il pubblico era quello delle grandi occasioni, la Nord spingeva e il Lecce fin dal riscaldamento sembrava grintoso, determinato e voglioso di far sua la partita. I risultati degli altri campi avrebbero fatto il resto. Ancora il finale non è scritto, ma una pietra miliare è posta al Via del Mare, vestito a festa.
Baroni metteva la formazione titolare, con Gendrey e Gallo sugli esterni, i rientranti Blin e Gargiulo a metaccampo e il tridente delle meraviglie in avanti.
Il Pisa partiva subito prendendo il pallino del gioco, ma esponendosi alle ripartenze giallorosse. Il Lecce appena recuperava palla, andava subito in profondità innescando il tridente e preferendo i cambi di gioco e l'uso delle fasce laterali.
La squadra salentina era aggressiva, lasciava sfogare il Pisa sugli esterni per poi chiudere ogni varco. In avanti, intanto i cross in area si sprecavano. Era insidioso Gallo da un lato, mentre Strefezza era uno stantuffo dall'altra parte. Al 18' dopo aver sfiorato il gol per due volte con Dermaku (dopo 2 minuti su angolo) e Strefezza, il Lecce perveniva al meritato vantaggio con un gol del capitano Lucioni che, pescato in area tutto solo da Coda in versione assistman, insaccava per la gioia dei 30 mila cuori giallorossi. Era una vera apoteosi. Il Pisa subiva il colpo, mentre il pubblico spingeva per il raddoppio. Al 32' un'azione insistita in area del Pisa portava Strefezza alla duplice conclusione che, a portiere battuto, veniva salvata sulla linea.
In difesa, Lucioni e Dermaku giganteggiavano e il Pisa non riusciva più nemmeno a tenere il pallino del gioco. I salentini erano arrembanti e le loro azioni ficcanti e sempre pericolose.
Anche al 43' Strefezza si inventava un dribbling da destra e colpiva la traversa da posizione impossibile. Il primo tempo era cosi un dominio assoluto dei salentini che costruivano ben 6 palle gol e non ne subivano alcuna. Si mettevano in mostra soprattutto Coda, in grado di essere presente ovunque (in area a finalizzare, al limite a fare assist e a centrocampo a costruire gioco), Strefezza (dribling e tecnica) e i centrali Lucioni e Dermaku, perfetti nelle letture e negli anticipi.
La ripresa iniziava ancora nel segno del Lecce che poteva raddoppiare al 52' quando Strefezza forniva un perfetto assist a Gargiulo che aveva il torto di allungarsi il pallone permettendo l'uscita a valanga di Livieri.
Il Lecce pareva dominatore della partita. Al 13' Di Mariano disegnava un cross che Coda indirizzava verso la porta e Blin non ci arrivava per pochissimo. Anche sulle punizioni il Lecce era pericoloso.
A centrocampo, Hjulmand recuperava una quantità industriale di palloni e faceva sempre le scelte giuste.
Alla mezz'ora, Baroni effettuava un triplice cambio inserendo Calabresi, Tuia e Faragò, senza snaturare la squadra e soprattutto lasciando il tridente, sempre pericoloso nelle ripartenze.
Al 35' Strefezza chiedeva il cambio e usciva stremato tra gli applausi del pubblico. Al 40` il Lecce chiudeva la partita. Su cross di Listkowski Faragò si avventava sul pallone e realizzava il raddoppio, su complicità del portiere Livieri.
Era la fine di una partita dominata in lungo e in largo dove il Lecce ha strameritato la vittoria e messo in cassaforte il biglietto per la A considerati anche il risultato di Crotone dove la Cremonese ha perso a sorpresa 3-1 e la sconfitta del Monza a Frosinone.
Ora va conclusa l'opera a Vicenza per poter festeggiare un campionato meraviglioso e straordinario.