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Quand'ero giovane sentivo i canti di Giombini e voglio ricordare solo una piccola frase del canto “Risorgere”: “Risorgere significa rinascere sapendo il perché della vita”.

 

 

È questo il mio augurio di Pasqua. Perché non ha senso celebrare la Pasqua, senza che essa provochi dentro di noi un desiderio e un atteggiamento di conversione.

“Ma io, padre, vado a messa tutte le domeniche. Cos'altro devo fare?”, sento spesso dire. Tutti, il vescovo per primo, abbiamo bisogno di convertirci E ogni conversione parte dallo stupore della fede. Perché, se la fede non ci stupisce continuamente - che sia Natale o che sia Pasqua, che sia Pentecoste o che sia tempo di Avvento - vuol dire che noi siamo come degli standard, sempre ripetitivi. No, non è così. Dio - lo ripeto spesso - è nuovo ogni mattina; a maggior ragione suo Figlio che, da risorto ci racconta quella novità possibile solo al Padre che, pur avendo dato al Figlio Unigenito ogni potere, fino a quello di farsi carne, di sperimentare la vita umana - e sappiamo com'è andata a finire -, eppure è Lui che torna al Padre con la sua risurrezione. E con la Pentecoste - anticipiamo i tempi -, dando a noi il dono dello Spirito Santo, è come se volesse dirci: “Attenti che anche voi potete fare lo stesso itinerario”.

Ecco allora l'augurio di Pasqua del vescovo per quest'anno: in me come in voi ci sono tanti pensieri augurali a cominciare dalla pace del mondo, dalla fine della guerra, da un miglioramento delle situazioni economiche delle famiglie, dalla mancanza di lavoro… mettiamolo in conto ma non dimentichiamo l'essenziale.

Buona Pasqua. Vi lascio con una domanda: “A Pasqua avrete ancora un ramoscello d'olivo? Se il parroco è ancora più gentile, vi darà un pò d'acqua santa il papà con il ramoscello potrà benedire il pranzo pasquale prima di consumarlo. Fate la prova. Ve lo consiglio e ve lo auguro. Ancora Buona Pasqua.

 

 

 

 

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