Dall’1 al 4 agosto scorsi, una rappresentanza dell’Azione cattolica dell’arcidiocesi di Lecce ha partecipato ai campi scuola organizzati dal Centro nazionale, occasioni privilegiate di incontro, formazione e preghiera, che aiutano l’associazione diocesana ad attingere nuovi stimoli e risorse per i cammini quotidiani.
Nello specifico, Rossella Ricci, membro dell’equipe diocesana di Acr, ha partecipato al campo nazionale dell’Azione cattolica dei ragazzi (Acr), intitolato “Nelle tue mani. Ragazzi capaci di Dio”, mentre i giovani studenti Samuele Epifani, di San Pietro Vernotico, e Filippo Errico e Francesca Maniglia, entrambi di Arnesano, accompagnati dall’assistente diocesano del Movimento studenti di Azione cattolica (Msac), don Alessandro Mele, hanno vissuto il campo nazionale del Msac, dal titolo “Ora. Studenti tessitori di futuro”.
“Non è semplice racchiudere in poche righe il bagaglio di esperienze, emozioni e spunti di riflessione che ho vissuto in questi pochi giorni - racconta Rossella - ho atteso questo campo con desiderio perché sentivo il bisogno di confrontarmi, rimettermi in gioco e provare ad avere una visione più ampia della vita associativa oggi. Non è stato il mio primo campo nazionale Acr ma su questo avevo grandi aspettative e nessuna è stata delusa”.
Ho avuto la conferma - prosegue il membro dell’equipe diocesana di Acr - di quanto l’Azione cattolica possa unire nonostante le distanze o le differenze d’età infatti è stato stimolante condividere e scambiare opinioni tra persone che si sentono responsabili della crescita dei più piccoli e che sentono costantemente il desiderio di comprenderli e guidarli nel cammino di vita. È stato bello rendersi conto che spesso sono proprio i più piccoli ad aiutarci nell’esperienza spirituale, nella scoperta o riscoperta di un valore diverso di cui spesso non abbiamo cognizione.
“Un grazie sincero - conclude Rossella - ai referenti nazionali che con la semplicità di chi vive l’associazione con amore sincero ci hanno permesso di fare quest’ulteriore esperienza; con il cuore pieno di abbracci e sorrisi, una rete arricchita di nuove maglie e la consapevolezza che tutti loro saranno il punto d’inizio e di stimolo non posso che lasciarmi generare dalla bellezza di questo amore per non essere solo acqua che scorre ma persone sorgenti, come ci ha esortato Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Ac”.
I tre giovani studenti si sono affacciati, invece, per la prima volta ad un’esperienza nazionale e alle attività del movimento. Samuele racconta che “è stato molto bello parteciparvi ed essere coinvolto come studente, per riflettere sulla responsabilità di questo impegno di vita, una responsabilità che è anche chiamata e che deve motivarci ad essere vicini a tutto ciò che ci coinvolge, nelle nostre parrocchie e scuole; ho avuto l'opportunità di confrontarmi e conoscere tante persone da tutta Italia, condividere pensieri e opinioni sui vari temi trattati e vivere una particolare esperienza di fede”. Filippo si è sentito sin dal primo giorno uno ‘msacchino’ e racconta di aver capito molte cose che prima dava per scontate, come il senso di corresponsabilità e la cooperazione per un fine comune, infatti “mi sono offerto volontario - afferma il giovane - per prestare il mio servizio durante le celebrazioni eucaristiche e i momenti di preghiera, e ho avuto modo di suonare con delle persone super talentuose e capaci; questo mi fa capire come noi giovani studenti, se vogliamo, abbiamo le capacità per fare cose belle. La missione in Ac non è un compito solo di pochi, ma di chiunque venga toccato da questa realtà, direttamente o attraverso chi porta questo messaggio”.
“La possibilità di partecipare - sottolinea Francesca - è arrivata in modo inaspettato, una chiamata dell’ultima ora, sulla scia del titolo del campo. Non sapevo cosa mi attendeva e ho vissuto il campo come una continua sorpresa. attraverso le varie attività di riflessione, i confronti e la preghiera ho capito che è importante che ognuno si metta in gioco, perché la responsabilità in Ac appartiene ad ogni membro e che il tempo per farlo è “ora”. Al tempo stesso, però, bisogna attendere pazientemente per poter vedere realizzato ciò che vorremmo e per poter essere così dei veri e propri tessitori di futuro. Torno da questo campo - conclude la giovane - decisamente arricchita e motivata, grata e contenta di far parte di questa grande famiglia; cercherò di riportare nella mia realtà ciò che ho vissuto, sentendomi co-responsabile di un processo di crescita non solo personale ma anche comunitario”.
Infine, l’assistente don Alessandro racconta: “Sono partito con due desideri nel cuore. Il primo, quello di conoscere meglio il Movimento studenti di Ac, dato che da poco mi è stato richiesto di esserne assistente per la nostra diocesi. Il secondo quello di riceverne gli strumenti per ravvivare questa bella esperienza nella nostra diocesi. Rientro con il cuore grato per Filippo, Francesca e Samuele che hanno risposto con entusiasmo all’invito di partecipare al campo nazionale; e con una certezza: quella di aver compreso cosa vuol dire vivere da sacerdote in un’associazione laicale. Ho compreso che il Signore non mi chiede di essere il sacerdote ‘fac totum’, ‘leader’, organizzatore, manovale, ma di essere un accompagnatore, capace di mettermi accanto, di avere cura, di sedere ad un tavolo semplicemente per ascoltare, senza la pretesa di avere l’ultima parola, di essere presenza delicata e discreta, e non decisiva e impattante, di sapermi fidare dei giovani, anche di quelli che non sono come vorrei io! Me lo hanno insegnato gli assistenti nazionali don Mario e don Michele, ma anche i giovani dell’equipe nazionale Msac, formati e responsabili”.
Con le parole che proprio don Mario Diana, assistente nazionale del Msac, ha espresso in questi giorni, si conclude il racconto di queste importanti esperienze che saranno seme prezioso per il nuovo imminente anno associativo: “siamo chiamati a vivere al massimo il presente, non per ignorare il futuro ma per iniziare a costruire qualcosa di bello, per far sì che le cose migliori siano quelle che ancora devono venire”.
*Presidente diocesano Azione cattolica