Un nuovo fenomeno musicale sta spopolando: è il rap cristiano, che trasmette rime nel nome del Signore, con inni di speranza e d’amore rivolti a colui che tutto ha Creato.
C’e’ il festival cristiano, e poi il “Christian Jam”, il primo raduno hip hop di questo genere e, come ha dichiarato uno degli artisti che vi hanno preso parte al quotidiano “La Stampa”, sono ancora numerosi i pregiudizi da lasciarsi alle spalle.
Il pioniere del rap cristiano è Thomas Valsecchi, in arte Shoek, classe 1986, nato a San Patrignano, in comunità. Un’esistenza difficile, tra droga e spaccio, fino a quando un incontro con una ragazza che gli ha parlato di Dio ha sconvolto la sua esistenza. Come ha rivelato lui stesso a “La Stampa”, “il mio cambiamento è durato anni. Dio non è l’immagine che la Chiesa propone. Non guardate a una religione e agli errori dell’uomo, c’è qualcosa che va oltre. Dio non è noioso”.
Nell’ultimo periodo si sono moltiplicati sia in Italia che all’estero i rapper cristiani, anzi i gospel rapper, come Shoek, Alessio Di Chiara, Santo (vincitore di JFactor 2017), Routy Miura, Jus Gentile, Luca Maffi Dj e il suo rapgesucristico. Tra tutti questi nomi c’è un ragazzo molto particolare intervistato a Striscia la notizia e spesso ospite delle varie emittenti televisive: River.
Al secolo Roberto Ioculano, il trentenne milanese è stato fino a poco tempo fa la voce maschile degli Eman, quelli di “Tu sei la forza” , un video da oltre 3 milioni e mezzo di visualizzazioni e almeno una ventina di tribute video o cover su YouTube ed è inoltre stato scelto per un featuring nell’album “Più di Te” di Davide Di Lecce, autore capace e sensibile, punta di diamante dell’etichetta Activate Music; ha pubblicato “Essenza” un cd contenente 9 tracce di rap, trap, hip hop, nelle quali l’autore racconta la sua vita prima e dopo l’incontro con Gesù ribadendo più volte con il suo linguaggio “teenager friendly” che vale la pena di cercare il Signore, di fargli spazio nella propria vita, di comportarsi secondo le regole. Non tutto il rap è violenza e turpiloquio, questi ragazzi ce lo dimostrano.