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“L’enciclica Fratelli tutti ci dà una grande indicazione perché riparla dell’”amore politico”. Lo fa in una grande visione del futuro e ammonisce a non accontentarsi solamente dell’impegno assistenziale e nemmeno di una dimensione esclusivamente spirituale. Ma chiede che lo spirituale entri nella vita concreta e l’esperienza sia capace di farsi cultura e progetto.”

 

 

 

È il pensiero del card. Matteo Zuppi che rispondendo alle domande di Avvenire che ieri ha compiuto 55 anni dalla sua prima uscita è intervenuto anche sull’incidenza dei cattolici italiani nei diversi partiti e sull’ipotesi di un “nuovo contenitore” per tornare ad essere presenza significativa nel sociale e di conseguenza influenzare l’azione politica. “Il grande riferimento è quello della Dottrina sociale della Chiesa che dobbiamo riscoprire nella sua attualità e nei suoi aggiornamenti - rileva il presidente dei vescovi italiani -, perché essa non è qualcosa di statico ma di dinamico. Che richiede una lectio della realtà, con un impegno di intelligenza pari a quello che riserviamo alla comprensione della Parola di Dio”.

“I contenitori nei quali esprimere un agire politico - sostiene l’arcivescovo di Bologna - possono essere tanti, l’amore politico può prendere varie direzioni. Ma in tutte queste possibilità siamo impegnati ad essere sempre più cristiani, a ritrovare le vere motivazioni del fare politica, dell’impegno per il bene comune, in obbedienza appunto ai principi della Dottrina sociale e della propria coscienza”.

È poi, sollecitato dal giornalista Franceso Riccardi, è ritornato sulla Costituzione italiana e sulle riforme annunciate dall’attuale governo. Argomento, peraltro, già trattato qui a Lecce nell’incontro nella chiesa di Sant’Irene, rispondendo ad una delle domande poste da Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello.

“La Costituzione è fondamentale - ha sottolineato Zuppi -, ma non è il Vangelo. Può essere cambiata e già è stata cambiata. L’importante è che la si riscriva con lo stesso inchiostro con cui è stata scritta frutto di un grande confronto tra ideali diversi ma in uno spirito unitario. La Costituzione rappresenta le fondamenta della casa di tutti: non può essere modificata se non con il contributo di tutti. E attenzione a non fare mai degli aggiustamenti opportunistici, perché la Carta regola un sistema che ha un suo equilibrio di pesi e contrappesi e dunque occorre considerare l’insieme del tutto senza guardare a interessi particolari”.

 

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