Gesù pregava. Il suo primo atto pubblico è stato partecipare alla preghiera del popolo che andava a farsi battezzare da Giovanni Battista presso il fiume Giordano. LEGGI e LEGGI.
Giunto presso il fiume, Gesù non rimane sulla sponda opposta, per marcare la sua diversità e la sua distanza dai peccatori, ma prega con loro, immerge i suoi piedi nelle stesse acque, diviene un peccatore. Quel giorno, sulle sponde del fiume Giordano, ci sono tutti i peccatori della storia: Gesù si unisce a loro, prega con loro.
Il Vangelo di Luca sottolinea il clima di preghiera, in cui è avvenuto il Battesimo di Gesù: Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba. Pregando, Gesù apre il cielo e dal cielo proviene la voce del Padre, che dice: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto. Questa voce rivela in anticipo il mistero di Gesù: Egli è il Figlio amato, il Servo del Signore, sostenuto dall’amore di Dio.
Questa preghiera di Gesù, che al momento del Battesimo e durante la sua vita terrena sarà totalmente personale, a Pentecoste diventa, per grazia, la preghiera di tutti i credenti.
Non solo Gesù pregava: col dono dello Spirito santo ci ha ottenuto il dono della sua preghiera e ci invita a pregare come Lui pregava. Abbiamo quindi un grande dono: quando non ci sentiamo pronti o degni, possiamo, anzi, dobbiamo supplicare che la preghiera di Gesù diventi la nostra preghiera. Gesù ci ha regalato al sua preghiera, il suo dialogo di amore col Padre: accogliamo questo grande dono e percepiremo anche noi, nell’intimo del nostro cuore, le parole della tenerezza del Padre: Tu sei mio Figlio, tu sei la mia gioia.
Gesù pregava ogni giorno. I Vangeli raccontano che Gesù usava cominciare la giornata con la preghiera: Si ritirava in luoghi deserti e là pregava. Gesù non ha mai tralasciato il suo dialogo col Padre, neanche nei momenti in cui era più impegnato nella sua attività missionaria e più immerso nei bisogni della gente. La preghiera di Gesù custodiva un segreto che permette di leggere nella giusta prospettiva tutta la sua missione.
Il Vangelo di Marco racconta una giornata tipo di Gesù a Cafarnao: preghiera comunitaria nella sinagoga, pranzo a casa di Simone, guarigione di tutti i malati e gli indemoniati. Il giorno dopo, prima dell’alba, Gesù si ritira in un luogo deserto e là si ferma in preghiera. Appena svegli, Simone e gli altri si mettono sulle sue tracce per riportarlo subito indietro dove tutti lo aspettano. Gesù risponde in modo sorprendente: Devo andare a predicare in altri villaggi. Nell’intimità col Padre Gesù intuisce i veri orizzonti della sua missione e trova la forza per sottrarsi alla pressione della gente, per esaudire le sue preghiere al di là dei suoi desideri. A dettare le tappe del suo cammino missionario non sono i momentanei successi, ma l’ispirazione del Padre, che Gesù accoglie nella sua preghiera solitaria.
Dall’esempio di Gesù possiamo ricavare alcune caratteristiche della preghiera cristiana.
La preghiera si pratica ogni giorno. Siamo tentati di pregare quando ci sentiamo, ma solo la preghiera perseverante ci rende forti: ci dona la grazia di essere sostenuti da Colui che ci ama e ci protegge.
La preghiera è il primo desiderio della giornata: il desiderio di un incontro che ha il potere di aprire gli orizzonti della mente e del cuore. Grazie alla preghiera, le difficoltà di ogni giorno diventano occasioni per crescere nella fede e nella carità.
Gesù pregava in luoghi appartati, in solitudine. Abbiamo bisogno di stare in silenzio, abbiamo bisogno di uno spazio con noi stessi dove tutto ciò che facciamo ritrova il suo vero significato. In realtà solo nel silenzio possono emergere le tante voci che nascondiamo nel nostro intimo, soprattutto la voce di Dio.
Nella preghiera Gesù percepiva che tutto viene da Dio e a Lui tutto ritorna: nella preghiera ritroviamo noi stessi, la giusta relazione con Dio, con gli altri, col creato. Nell’orto degli ulivi Gesù ha superato la paura della morte ed ha abbracciato la volontà di Dio. Nella preghiera anche noi possiamo trasformare le nostre paure e le nostre preoccupazioni in abbandono. (continua)