La preghiera vocale è sempre possibile: è come aggrapparsi alle parole di un Salmo, di una preghiera, di una giaculatoria, per esprimere il sentimento della propria fede, in qualunque momento della giornata. LEGGI

La meditazione richiede, invece, uno spazio e un tempo adeguati.La pratica della meditazione è diffusa in tutte le religioni del mondo e anche tra chi non crede, perché meditare è come fermarsi e fare un respiro profondo nel corso delle nostre giornate.

Per i cristiani meditare è mettersi davanti al grande Libro della Rivelazione, che è la Bibbia, e provare a farla nostra; è mettersi in ascolto della Parola di Dio e consentirle di incontrare la nostra vita.

Il Catechismo Universale della Chiesa Cattolica dice che i metodi della meditazione cristiana sono tanti e tutti importanti, ma l’essenziale è lasciarsi guidare dallo Spirito all’incontro con Gesù. Il metodo è una strada, non la meta: qualunque metodo fa parte della sequela di Cristo ed è un mezzo per arrivare all’incontro con Gesù.

La meditazione mette in movimento il pensiero, l’immaginazione, il desiderio, e questa mobilitazione generale della nostra personalità è necessaria per approfondire le convinzioni della fede e per rafforzare la volontà di seguire Cristo. Il cristiano, di preferenza, si sofferma a meditare i misteri della vita di Cristo.

La grazia della preghiera cristiana è proprio qui: non c’è aspetto della Persona di Cristo, che non possa diventare per noi luogo di salvezza; non c’è momento della via terrena di Gesù, che, attraverso la preghiera, non possa diventare contemporaneo a noi grazie allo Spirito santo; non c’è pagina del Vangelo, in cui non ci sia posto anche per noi.

Grazie allo Spirito santo, anche noi siamo presenti presso il fiume Giordano, quando Gesù si immerge per ricevere il Battesimo. Grazie allo Spirito, anche noi siamo presenti quando Gesù incontra Bartimeo e parla con Lui: ascoltiamo il loro dialogo e possiamo entrare in quel dialogo!

Per noi cristiani meditare è un modo per incontrare Gesù e, così, ritrovare noi stessi. E questo non è un ripiegamento su se stessi: è ritrovarci in Lui guariti, risorti, forti per la sua grazia. (continua)