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Il 22 settembre scorso è partito da Roma Ostiense alla volta della cittadina francese il Treno Bianco dell'Unitalsi. Un viaggio di fede e di speranza a cui si lega la storia di una rivoluzione, quella del trasporto su rotaie.

 

 

Con l'invenzione del treno, milioni di ammalati hanno potuto in questi anni raggiungere la grotta delle apparizioni della Vergine Immacolata. È nato così il pellegrinaggio di massa

La storia dei treni bianchi per Lourdes è fatta di fede, speranza e “rivoluzione”, quella delle rotaie. Scrive lo storico Maurizio Panconesi: “I mezzi ferroviari hanno reso possibili” i pellegrinaggi, “prima del 1870 sarebbe stato impensabile trasportare in contemporanea centinaia di persone ed ammalati verso una meta così lontana”. Da quel momento tutti, anche i più infermi, avrebbero potuto attraversare le Alpi e raggiungere Lourdes, piccolo paese della Francia, e la Grotta delle apparizioni della Madonna.

Il concetto di “pellegrinaggio di massa” prende forma con l’invenzione del treno, fino a quel momento i pellegrinaggi erano fatti di solitari cammini. Poi, tutto cambia. Nella ricostruzione di Panconesi i dettagli sono accompagnati da descrizioni che sembrano racconti di Dickens: “ll passaggio a soluzioni più umane ed adeguate, non fu così veloce: per diversi decenni si continuò a fare ricorso a vagoni merci per il trasporto bestiame (i famosi carri detti da cavalli 8, uomini 40 per designarne cinicamente la capacità)".

Dal 1875, primo ufficiale pellegrinaggio in treno dall’Italia a Lourdes - all’epoca organizzato dalla Società della Gioventù Cattolica Italiana - sono passati 149 anni e chissà quanti milioni di chilometri sono stati macinati dalle prime macchine a vapore fino al treno che, domenica scorsa, da Roma ha portato alla Grotta di Massabielle

“Si venga qui in processione” fu l’invito della Vergine Immacolata alla giovane Bernadette, e così è stato e lo è ancora. Il popolo di Dio ogni anno si mette in cammino verso Lourdes, con il suo carico di dolore e fede, di speranza e carità, in un silenzio che ha il sapore delle cose umili, quelle proprie di Dio. E in molti lo dicono: "La bellezza di Lourdes è proprio questa: la semplicità della preghiera che diventa un’esigenza di comunione fraterna".

 

 

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