Mercoledì scorso si è tenuta, presso la Casa della Carità, la terza giornata di uno dei “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (già Alternanza scuola-lavoro) che il Liceo Scientifico “Banzi” di Lecce ha deciso di realizzare in collaborazione con il Dipartimento di storia, società e studi sull’uomo dell’Università del Salento.
Più nello specifico, il percorso in questione, denominato “Soggetti vulnerabili nel Salento, tra esigenze strutturali e tentativi di tutela giuridica e politica”, è stato coordinato dal prof. Vincenzo Lorubbio, docente di diritto comparato delle vulnerabilità, e si è svolto in tre giornate di lavoro, costituite da una prima parte di lezioni frontali in aula e da una seconda parte di “laboratorio itinerante”.
Il primo laboratorio, “La risposta istituzionale”, si è tenuto presso la sede del Comune di Lecce (Palazzo Carafa) dove l’assessora al welfare, Silvia Miglietta ha presentato ai ragazzi la specificità del suo assessorato e l’intensa attività di quotidiano sostegno ai soggetti vulnerabili operata dall’Ente locale più prossimo alle esigenze dei cittadini. Il secondo laboratorio, “La risposta giurisdizionale”, invece, si è tenuto presso il Tribunale penale dove il Gip, dott. Giovanni Gallo, ha rappresentato agli studenti la complessa dinamica umana e legale che coinvolge le persone vulnerabili vittime di reato (su tutti minori, anziani, disabili e migranti) e il ruolo svolto dalla giurisprudenza nel tentare di rispondere alle esigenze di giustizia dei soggetti più deboli.
L’ultimo atto del percorso, ovvero il laboratorio “La risposta del III settore”, ha visto gli studenti del Banzi in visita alla sede della Casa della Carità, dove gli stessi, accolti e guidati dalla coordinatrice Simona Abate, hanno avuta la possibilità di ascoltare la testimonianza diretta di un ex ospite della struttura, il quale, grazie ad uno specifico itinerario rieducativo, è riuscito a ritrovare sé stesso e la propria piena dignità, oltre a nuove opportunità lavorative. Inoltre, gli studenti sono stati protagonisti, in prima persona, del servizio ai tavoli durante il pranzo alla “mensa della carità”, riuscendo a servire, con l’aiuto di alcuni volontari, un pasto completo e differenziato per oltre 80 ospiti, appartenenti a differenti culture, nazionalità e religioni.
Tale ultima attività si inserisce all’interno di una più ampia partnership tra Casa della Carità e UniSalento: dal 2020, infatti, l’opera diocesana collabora attivamente all’interno del Pon-Aim. (cofinanziato dal Fesr e Fse dall’Unione europea) dal titolo “Inclusive Smart living e vulnerabilità delle comunità”, in qualità di osservatorio e laboratorio permanente di ricerca-azione sulle vulnerabilità territoriali, con specifica attenzione ai soggetti marginalizzati.
Il progetto in questione si pone come obiettivo principale quello di acquisire e diffondere inedite competenze teoriche e tecnico/pratiche di sostenibilità della vulnerabilità, intesa non come fenomeno accidentale da gestire ma come elemento strutturale, e quindi preventivamente (almeno in parte) valutabile, colmando, in tal modo, un’evidente lacuna sia nelle politiche territoriali che nelle tecniche di normazione e di organizzazione della stessa.
La Casa della Carità, di conseguenza, risulta un prezioso luogo di frontiera all’interno del quale tentare di sviluppare best practices, ma anche dove identificare tutte le criticità relative all’accoglienza e al sostegno delle diverse vulnerabilità: tramite un’inversione di metodo (dalla pratica alla teoria), l’osservatorio garantirà ad UniSalento, tramite quell’indispensabile dialogo con il territorio, di comprendere le reali esigenze di tali soggetti e di implementare una mappatura delle vulnerabilità a livello locale, consentendo di focalizzare gli interventi intorno alle problematiche maggiormente bisognose di supporto.
Pertanto, le attività di ricerca-azione che UniSalento svolgerà presso la Casa della Carità, pongono le basi per un reale inserimento attivo dei soggetti vulnerabili in società, attraverso un’inclusione strategica, in un’ottica di sostenibilità sociale pianificata e in aderenza a quelli che sono i principali parametri di riferimento dello smart living a livello europeo, nonché adempiendo a quanto richiesto, a livello costituzionale, dal dovere di solidarietà politica, economica e sociale (art. 2 Cost.) dal principio di uguaglianza sostanziale (art. 3 co.2 Cost.) e dal principio delle pari opportunità (art. 3, 37, 51 Cost).