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"Ferire una donna è oltraggiare Dio”, è stato l’appello di Papa Francesco durante l’omelia della messa a San Pietro per la prima celebrazione del 2022 (LEGGI). Le donne sono il fil rouge dell’umanità stessa.

 

 

 

Compiere violenza verso di loro, per il fatto di essere donne, significa tranciare i fili stessi della vita. La Chiesa di Dio è donna e madre in quanto capace di partorire atteggiamenti di fecondità.

Quando si parla di fecondità, si intende la capacità di generare amore, e relazioni sane e feconde.

Diceva San Josemaría Escrivá che “la formazione curata da una madre è sicuramente più profonda ed efficace nel creare una catena di responsabilità e virtù (Colloqui, 89).

Il bambino o la bambina costruiscono la propria identità intrapsichica soprattutto attraverso le relazioni con i genitori.

Si deve però precisare che il rapporto fondamentale e primario resta quello con la madre. Un rapporto prioritario che comincia nella vita prenatale, che è determinante al momento del parto, e che rimane fondamentale nei primi attimi, nelle prime settimane e nei primi anni di vita. Talmente importante che non può essere sostituito da nessun altro.

L’essere umano nasce come ‘essere in relazione’.

La persona, svincolata da qualsiasi legame, rischia perciò di ridursi ad un ‘io’, privato della sua più profonda specificità di ‘essere in relazione’. E l’essere umano nasce già nel rapporto-relazione con la madre, fin da quando è nel ventre materno.

Nella propensione privilegiata alla relazionalità, alla madre si rivela l’alterità di ogni essere umano, la fecondità della reciprocità, il mistero del limite che richiama il mistero della diversità.

Una mamma sa superare ostacoli e conflitti, sa confrontare esperienze diverse non per separare ma per unire.

Pensiamo, ci dice il Papa, allo sguardo di amore di una mamma che assiste un figlio malato o in difficoltà: lo sguardo è consapevole, senza illusioni, eppure sa accogliere e superare il dolore e i problemi, proiettandosi in una prospettiva più ampia di cura e amore che genera speranza.

Così fa Maria. La differenza tra rassegnazione e assenso è nella disposizione del cuore e dell’animo. La realtà è la stessa ma le virtù della speranza, amore e fede impregnano l’atteggiamento del cuore e rendono il suo assenso di valore inestimabile, di fecondità umana e spirituale immensa. Questo è l’assenso di Maria!

È la libertà di aderire con fiducia ad un progetto per tutta la vita che trasforma l’azione umana in atto di valore, rivoluzionando l’intera storia dell’umanità!

 

Forum Famiglie Puglia