“Per evitare la trasmissione dei virus e gli effetti del contagio risulta di fondamentale importanza non solo il corretto distanziamento minimo tra i posti occupati da chi partecipa alla liturgia sul presbiterio, nella cantoria e tra il popolo, e l’accurata igienizzazione del luogo, degli oggetti e delle mani, ma ancor più l’indossare in modo efficacemente protettivo la mascherina facciale”.
Così Roberto Colombo domenica scorsa su Avvenire. E aggiungeva: “Solo la copertura aderente di naso e bocca, preferibilmente con una mascherina a elevato potere filtrante, come i modelli Ffp2, può evitare di contagiare e contagiarsi anche tra quanti sono completamente vaccinati (seconda e terza dose), in quanto la profilassi vaccinale non è sterilizzante, soprattutto considerando la elevata trasmissibilità della variante Omicron che si avvia a diventare presto dominante anche nel nostro Paese”. Evidentemente già se ne discuteva in ambienti Cei dell’ipotesi di rendere obbligatoria la mascherina Ffp2 in chiesa durante le celebrazioni liturgiche.
La conferma arriva da un’indiscrezione dell’agenzia Adnkronos: “Presto anche a messa i fedeli potrebbero essere chiamati ad indossare le mascherine Ffp2. Al momento, l’utilizzo delle mascherine chirurgiche o delle più protettive Ffp2 in chiesa resta a discrezione ma, a quanto si apprende da fonti Cei, i vescovi sono al lavoro per stabilire una direttiva generale sull’utilizzo delle mascherine. Affinché non sia più lasciato margine alla discrezionalità del singolo”.
In realtà, proprio nei giorni di Natale, la cronaca aveva registrato anche il consiglio di un parroco lombardo ai suoi fedeli dopo la scoperta di due casi positivi in parrocchia: forse sarebbe il caso di indossare la Ffp2 anche a messa, avrebbe suggerito dall’altare.
Le liturgie, invece, resteranno libere dal green pass in base al Protocollo Cei-governo del 7 maggio 2020 integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico scientifico.
Quanto ai casi di sacerdoti no vax, che pure in questi giorni hanno fatto rumore sui media, “per dirla - prosegue il comunicato di Adnkronos - con Stefano Femminis, responsabile dell’Ufficio comunicazioni della diocesi di Milano, che al di là del fatto che non esista un obbligo vaccinale ‘il sacerdote che non si vaccina va contro le indicazioni del suo vescovo’". La stessa Conferenza episcopale con il suo presidente Gualtiero Bassetti, negativizzatosi dopo 10 giorni di Covid ha, nei giorni scorsi, di nuovo lanciato il suo appello affinché tutti si vaccinino contro il Covid.
“Nelle nostre comunità cristiane - così concludeva Colombo su Avvenire domenica scorsa -, al senso civico di responsabilità per il bene comune si aggiunge la carità pastorale che chiede a tutti, ministri e fedeli, di essere particolarmente attenti, ancor più nella delicata situazione dell’attuale ripresa pandemica, nell’uso corretto della mascherina. Certo, può essere scomodo, soprattutto per gli anziani. Ma è un piccolo sacrificio che possiamo portare all’altare come offerta gradita a Dio per il bene di tutti suoi figli”. E se per farlo la mascherina dovrà essere Ffp2, amen. Così sia.