Anche questo giorno del triduo pasquale è giorno cosiddetto “a-liturgico”. Il sabato santo non ha altra celebrazione se non la Liturgia delle Ore. Va colta in questo giorno la risonanza del silenzio fecondo e l’efficacia della lode della Sposa, la Chiesa, per il suo Sposo, il Cristo.
Presso il sepolcro
In questo giorno la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, la discesa agli inferi e aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua Resurrezione. É il giorno di fede intensa e di grande speranza: davanti alla croce è avvenuto il crollo della fede e della speranza: «Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele!» (Lc 24,21). Nei giorni tremendi della passione e morte del Signore, solo una creatura, la più vicina al Signore, ha creduto e sperato nel silenzio del suo cuore: Maria. La liturgia non accenna minimamente a Maria, ma il suo atteggiamento di fiduciosa speranza e attesa ha fatto sì che questo giorno fosse dedicato a Lei. Infatti, sin dall’VIII secolo si è diffusa la devozione mariana nel giorno del sabato santo. A tale proposito leggiamo e meditiamo una bellissima pagina del compianto vescovo di Bari, mons. Mariano Magrassi, monaco benedettino e profondo conoscitore della liturgia: «Il sabato sta fra il venerdì e la domenica, tra la memoria della passione e quello della resurrezione. Maria lo riempie perché in quel giorno, il sabato santo, tutta la fede della Chiesa si è raccolta in lei. Nel suo grande cuore di madre si raccoglieva tutta la vita del corpo mistico, di cui sotto la croce era stata chiamata a diventare la madre spirituale. Mentre la fede si oscurava in tutti, lei, la prima anima fedele, è rimasta sola a tenere viva la fiamma, immobile nell’oscurità della fede. La Chiesa, ancora una volta, si è identificata in lei. Ben più di Francesco, in quel giorno portò sulle sue spalle tutto l’edificio della Chiesa. É questa la ragione che fa del sabato il giorno della Madonna, e già l’antichità lo ha intuito consacrando a lei questo giorno, l’ultimo della settimana cristiana che precede immediatamente il primo, il dies dominicus».