Si celebra domani 7 novembre la 71ª Giornata nazionale del Ringraziamento che quest’anno ha per tema un versetto del salmo 148; “Lodate il Signore della terra… Voi bestie e animali domestici”.
La Giornata del ringraziamento, nata nel 1951 per intuizione della Coldiretti e fatta propria nel 1975 dalla Cei che l’ha inserita nel calendario liturgico. Essa da oltre settanta anni è un momento importante e significativo, per tutti coloro che lavorano i campi e intendono esprimere riconoscenza a Dio creatore e provvidente per i doni della terra. Ma è anche espressione della salda fede della gente dei campi e occasione preziosa per rafforzare il loro legame con la Chiesa.
Questa giornata solitamente scandisce il tempo della semina e del raccolto ed esalta il ruolo di chi produce, coltiva, custodisce, trasforma e genera cibo sano per tutti.
Lo scorso anno non è stato possibile celebrare la Giornata con le modalità e l’intensità degli anni passati a causa della pandemia del Covid-19. Quest’anno ringraziamo il Signore e, sia pure con prudenza anche se godiamo di maggiore sicurezza grazie ai vaccini, possiamo vivere con più tranquillità questa giornata tanto attesa non solo dai coltivatori.
Dal mese di novembre fino alla prima metà di gennaio, sono migliaia le Giornate del ringraziamento organizzate dalla Coldiretti che si svolgono nelle città e in tanti borghi rurali, e rappresentano occasioni in cui viene dato il giusto risalto ai prodotti della terra e a chi li coltiva.
Quest’anno il tema indicato dai vescovi italiani riguarda gli animali che concorrono alla creazione. Leggiamo nel messaggio (LEGGI IL TESTO INTEGRALE pdf) che Dio affida all’uomo il dominio sugli animali e i testi citati della Genesi, del Deuteronomio, dell’Esodo ne danno il giusto rilievo.
Vengono anche ricordate nel messaggio figure come Sant’Antonio Abate, San Francesco di Assisi che avevano sufficiente familiarità con gli animali. La “prossimità” ci rimanda alle realtà agricole familiari italiane allevano non in una logica di mero consumismo e i dati sulla consistenza degli allevamenti bovini lo possono ben confermare. Infatti, nel nostro territorio italiano la media aziendale degli allevamenti è di 24 capi per bovini da carne, mentre è di 58 capi per azienda per bovini da latte. Non ci sono quindi nel nostro territorio allevamenti intensivi, che appartengono a territori del Nord Europa.
Nei nostri allevamenti non c’è alcun atteggiamento predatorio nei confronti degli animali. Gli allevatori hanno tutto l’interesse acchè gli animali che allevano stiano bene: sono la loro risorsa, il loro sostegno economico. In ogni allevatore c’è la massima attenzione al benessere animale. Obiettivo, questo, sempre tenuto presente e a cui gli allevatori si attengono con costanza e attenzione. Anche grazie ai controlli delle autorità preposte.
Tutto negli allevamenti ruota attorno alla sostenibilità non solo del prodotto ma anche nel rispetto di quella circolarità con cui le aziende si inseriscono in questa realtà ambientale, economica e sociale.
Nel Documento della Commissione episcopale per la Giornata del ringraziamento c’è un invito a modificare gli stili di vita e di consumo, come richiamato nelle ultime due encicliche di Papa Francesco Laudato si’ e Fratelli tutti, in cui si insiste su un’ecologia integrale.
Possiamo dire in proposito che, aldilà di tutto ciò che erroneamente si sente, il consumo di carne oggi è abbondantemente al di sotto dei parametri indicati dalle autorità sanitarie europee per una dieta equilibrata. Il consumo attualmente è di 25 kg pro capite annuo, di cui 9 kg di carne bovina, tutto questo ci porta a un consumo di 25 gr al giorno ben lontani da quella soglia di 100 gr al giorno che può creare difficoltà a livello di salvaguardia della salute umana.
A livello europeo per il futuro ci sono non pochi interrogativi e preoccupazioni. Dobbiamo ricordare che dove vi è una stalla, un allevamento, vi sono salvaguardia e tenuta del territorio (qualità determinanti oggi), ma anche attenzione contro lo spopolamento e la desertificazione territoriale. Le aziende zootecniche sono oggi parte fondamentale nel ciclo unitario della filiera che interessa sia chi coltiva, alleva, commercializza e consuma. Rompere questa filiera genera non poche difficoltà.
Circa la lotta all’inquinamento in questi anni sono stati fatti passi importanti per vivere l’esperienza circolare dal foraggio per l’alimentazione allo smaltimento dei reflui e del letame.
Dobbiamo essere oggi molto attenti alle sirene di alcune multinazionali che perseguono la sostituzione di prodotti di origine animale, con cibi di sintesi con conseguenze significative che porterebbero allo sconvolgimento di quell’equilibrio nella salute che viene da una dieta sufficientemente collaudata che ci garantisce una vita lunga e in salute.
Nella parte finale del testo dei vescovi c’è un riferimento alla pesca e ai pastori e un invito a essere sempre lontani e distanti da ogni realtà legata al caporalato.
Aldilà dell’esplicitazione va evidenziato l’impegno della Coldiretti contro ogni forma di caporalato, tema questo prioritario per chi conduce una vita lavorativa accanto agli animali nella logica dell’accoglienza dei lavoratori, soprattutto extracomunitari e stigmatizzando ed emarginando costantemente coloro che hanno comportamenti che si riconducono all’illegalità.
La Giornata quest’anno a livello nazionale si svolge in Sardegna nella città di Sassari. Questo territorio è sempre stato molto legato in particolare alla pastorizia.
Facciamo festa nel modo giusto guardando con fiducia al futuro. Siamo certi che il Signore non farà mancare mai il necessario soprattutto a tutti coloro che si prodigano con amore e con laboriosità e dedicano la propria vita per la terra.
Lodiamo il Signore e buona festa del ringraziamento a tutti.
*assistente ecclesiastico nazionale Coldiretti