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“Sintonizzarsi” con lo Spirito Santo, “nel momento in cui la Chiesa si lancia nell’avventura sinodale”. È l’invito del card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, durante la seconda predica d’Avvento, tenuta questa mattina nell’Aula Paolo VI alla presenza di Papa Francesco.

 

 

 

Senza lo Spirito Santo - il monito del religioso, secondo quanto riporta l’Osservatore Romano - “risoluzioni e documenti restano parole che si aggiungono a parole”. Non si devono attendere “risposte immediate e spettacolari”, il monito di Cantalamessa: la cosa importante è “chiedere e ricevere forza dall’alto; il modo di manifestarsi va lasciato a Dio”. Designare, “almeno nelle assemblee plenarie di ogni circoscrizione, locale o universale, un animatore spirituale che organizzi tempi di preghiera e di ascolto della Parola, in margine alle riunioni”, la proposta, a partire dalla consapevolezza che “lo spirito di profezia si manifesta di preferenza in un contesto di preghiera comunitaria”.

Senza lo Spirito Santo, la tesi del cappuccino, saremo “sempre in ritardo sulla storia”. A questo proposito, ha ricordato Cantalamessa, la Chiesa latina possiede “un tesoro: l’inno Veni Creator Spiritus”: da quando fu composto, nel secolo IX, “è risuonato incessantemente nella cristianità, come una prolungata epiclesi su tutta la creazione e sulla Chiesa. Ogni anno nuovo, ogni secolo, ogni conclave, ogni concilio ecumenico, ogni sinodo, ogni ordinazione sacerdotale o episcopale, ogni riunione importante nella vita della Chiesa si sono aperti con il canto di questo inno”.

 

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