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Dall’archivio della storica Tipografia del Commercio di Alberto Buttazzo a Lecce che custodisce tesori che raccontano la storia cittadina, un prezioso cimelio per onorare la festa di Santa Rita da Cascia organizzata dalla confraternita di San Giuseppe Patriarca.

 

 

 

Si tratta di un manifesto del 1935, di grande bellezza cromatica e compositiva, che testimonia la forza della devozione verso la “santa degli impossibili”. Rita, al secolo Margherita Lotti (1381-1457) è invocata contro vaiolo, le calamità naturali e dalle donne che aspirano alla maternità. Suoi speciali simboli sono la le api e le rose Le prime ricordano un miracolo avvenuto a pochi giorni dalla nascita di Santa Rita. Mentre la piccola riposava nella culla, nel giardino della casa paterna, delle api cominciano a entrare e uscire dalla sua bocca, senza pungerla. Un contadino, mietendo in un campo poco distante si tagliò la mano con la falce. Perdendo molto sangue corse a chiedere aiuto, ma passando accanto alla culla e vedendo le api, per istinto cercò di allontanarle dal visino della bambina accorgendosi di essere miracolosamente guarito. Altro simbolo è la rosa a ricordo della rosa fiorita in pieno inverno nel giardino della casa di Rita. Il simbolismo è chiaro: come la rosa, Rita, nonostante le spine dei numerosi dolori che la vita le ha riservato ha donato il profumo della virtù, sciogliendo il gelo dei cuori.  Il nome Rita, diminutivo di Margherita significa” perla”.

 

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