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Claudia Ruggeri nasce a Napoli il 30 agosto 1967 ma, l’anno seguente, si trasferisce a Lecce, terra natìa paterna.

 

 

 

Affermano di lei che fosse bellissima, eccentrica e geniale. Affermano di lei che incantasse le platee in quelle sporadiche ma folgoranti performance pubbliche durante le quali declamava i suoi versi.

Affermano di lei che nelle sue poesie vi fosse espressa, in una forma ermetica e visionaria, quella sensibilità estrema, quel disagio esistenziale che a soli ventinove anni la condusse alla morte. A calare il sipario di un’esistenza breve, sofferta ed incompiuta della quale oggi ci restano i suoi scritti.

Claudia Ruggeri muore in una notte di ottobre del 1996. A spingerla giù dal balcone della sua casa leccese il demone insidioso di un malessere che la raggiunse e la accompagnò fino alla fine, negli ultimi anni, della sua vita.

La sua prima raccolta venne pubblicata solo dopo la sua dipartita sul numero speciale che le dedicò “L’incantiere”.

Si intitolava “Inferno minore”, omaggio al Sommo Poeta, ed esplorava il tema del futile e dei bivi esistenziali che vessano il genere umano.   

Nei suoi occhi un velo continuo di tristezza, nei suoi gesti una innata catalizzante teatralità, nei suoi versi l’enigma di un’esistenza diventata tragica ed immortale come la poesia.

 

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