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Oltre agli stracci, valutati pochissimi centesimi o contraccambiati con una pettinessa (come si denominava l’attuale pettine) o con un pettine, coi denti fitti a doppia rastrellatura, talvolta comprava bottiglie, cianfrusaglie e rottami di metallo.

Passa va per strada gridando: fierru ecchiu, ottone ecchiu, zingu ecchiu, ferro, ottone e zinco vecchio. Si distingueva da un altro ambulante che raccoglieva soltanto ferraglia in disuso, denominato appunto lu fierriecchi, il ferrivecchi.

Per approfondimenti:

  1. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce 2011

 

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