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La terza domenica di luglio a Novoli si festeggia la Madonna di Costantinopoli o dell’Odegitria, divenuta Santa Maria de Novis o de Nubis o Nove, popolarmente la Madonna te la Noa, quest'anno in coincidenza con la festa della Madonna del Monte Carmelo o del Carmine.

 

 

I novolesi preferiscono denominarla Madonna “del pane” per un avvenimento. Novoli ha subìto gli effetti del colera ripetutamente, dai primi anni del 1700, e ha registrato il decesso soprattutto di molti bambini. Quando il morbo si ripresentò in forme virulente (1867), pare che sia stato debellato grazie alla distribuzione di pane azzimo o benedetto che, secondo la tradizione popolare, una donna di bassa condizione sociale, chiamata Giovanna, consegnò alla popolazione. In questa donna il popolo raffigurò la Vergine che da allora si denomina “Madonna del pane” e, familiarmente, la Matonna nòscia, la Madonna nostra, compatrona di Novoli, raffigurata in numerosissime edicole votive collocate nel centro storico.

Oltre alle sue molteplici raffigurazioni e al profondo culto, la Madonna è ricordata in alcune locuzioni d’uso popolare: te la Matonna te Nòule, tutti suezzi alla chiazza, della Madonna di Novoli tutti uguali in piazza.

Al tempo della festa, quasi alla fine di luglio, i lavori agricoli ormai chiudono il ciclo preparatorio più faticoso cominciato con la semina e proseguiti con la potatura, la zappatura o la sarchiatura delle piante da cui si raccolgono i frutti; i contadini quindi, alleggeriti da queste incombenze, possono avere più tempo libero per incontrarsi in piazza con gli altri e parlare delle proprie aspettative, del raccolto e del tempo:

 

Matonna mia de Nòule                   Madonna mia di Novoli

cu trìtici campane,                           con tredici campane,

la notte fanne chiòere                     la notte fai piovere

e lu giurnu fanne scampare,          e il giorno fai spiovere,

cu bau alla sciurnata                      così che possa andare a lavorare

e cu me ccattu lu pane.                  e comprarmi il pane.

 

Questa invocazione, invece, si rivolgeva a Lecce alla Madonna della Noa:

 

Matonna te la Noa                          Madonna della Nuova

lu giurnu cu tegna                           il giorno che tenga

e la notte cu chioa.                          e la notte che piova.

 

Per approfondimenti: R. Barletta, Quale santo invocare?, Edizioni Grifo, 2013

 

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