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Il suo patronato scaturisce dalla storia ben nota della santa che, sposata da vent’anni a Gioacchino, non riusciva a dargli un figlio; è invocata per una buona morte perché le furono risparmiati gli spasmi dell’agonia, certamente per essere stata beneficiata da Cristo, suo nipote.

 

      

 

 

Nell’immaginario popolare, il collegamento della figura di sant’Anna all’ambiente domestico ha fatto scaturire il culto nei suoi confronti da parte delle ricamatrici, delle lavandaie (forse mestieri da lei esercitati) e delle madri di famiglia in genere. In alcuni centri italiani ed europei protegge anche orefici e falegnami; particolarmente in Germania è patrona dei minatori.

   

In virtù della protezione di sant’Anna alle partorienti, quelle del passato appuntavano sulla sottoveste all’altezza del cuore, un sacchettino di stoffa con dentro medagliette raffiguranti la santa e la Madonna diversamente intitolata (Annunziata, Immacolata, della Coltura, etc.) o di altri santi ai quali erano devote.

  

Legato alla maturazione dei fichi è il detto: te sant’Anna e santu Ggiaccu a lle fiche li ota la capu, di sant’Anna e san Gioacchino ai fichi gira la testa, cioè sono buoni per essere raccolti.

Quando la corda che fermava il secchio si slacciava e questo rimaneva nel pozzo, lo si riprendeva aiutandosi con degli uncini singoli, detti pampauddhri, rocci, anch’essi legati a una fune, e con questo apposito arnese si compiva l’operazione del recupero invocando i santi coniugi:

sant’Anna zìccalu pe’ canna,                 sant’Anna prendilo per la gola,

san Giuacchinu zìccalu pe’ recchinu.    san Gioacchino prendilo per orecchino.

Con l’alternativa:

sant’Anna zìccalu pe’ canna,                 sant’Anna prendilo per la gola,

santu Pati zìccalu pe pieti,                     sant’Ippazio prendilo per i piedi,

santa Rini zìccalu per recchini.              Sant’Irene prendilo per gli orecchini.

In merito alla pioggia il contadino invocava: sant’Anna fanne chiòere, sant’Anna fai piovere, perché la pioggia avrebbe scongiurato la più pericolosa grandine.

Per approfondimenti: R. Barletta, Quale santo invocare?, Edizioni Grifo, 2013

 

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