Mentre la pandemia ancora non si arresta, si comincia a fare seriamente i conti con le varie modalità di lavoro e di insegnamento a distanza. Sarà il caso di riflettere un po’ sull’argomento, perché in merito si registrano pareri discordanti.
C’è, ad esempio, un approccio diverso, in base all’età degli interessati, ma anche in relazione al luogo di residenza (grandi città o piccoli centri); ambiti di lavoro ( molti lavori manifatturieri non si prestano ad essere svolti a distanza); contesti professionali, che incoraggiano le nuove modalità lavorative ed altri che, invece, le osteggiano.
Cambiano le organizzazioni spaziali e strutturali degli ambienti di lavoro. I grandi uffici multipiano, che siamo abituati a vedere a Milano o Roma sembrano essere diventati inutili, assieme a tutti i relativi servizi (mense aziendali, parcheggi, servizi di collegamento).
Il fatto è che tutti dovremo fare i conti con una realtà che, pur non essendoci pienamente nota, sembra rappresentare il futuro delle nuove generazioni.
Questa avanzata, apparentemente inarrestabile, porterà anche alla fine dei sistemi scolastici e universitari ai quali eravamo abituati? Sono sufficienti e validi gli indubbi vantaggi “pratici” che ne derivano, per decretare la fine di sistemi con secoli di storia sulle spalle? Un interrogativo, tra tutti, avanza poi implacabile: che ne sarà della socialità?
Stare, per ore, avanti ad un monitor, da soli, è decisamente diverso dall’essere fisicamente in presenza di uno o più interlocutori. Come potremo continuare a favorire la socializzazione dei bambini, funzione prediletta e proficuamente realizzata dalle istituzioni scolastiche? Come si organizzeranno le nostre abitazioni, in generale non progettate per attività, comunque, lavorative, anche per le loro dimensioni, spesso assai anguste? Che generazione andremo a formare?
Non dimentichiamoci che esasperare l’individualismo, conduce alla morte della comunità, sulla quale, nel bene e nel male, il mondo occidentale ha prosperato. Rinnegheremo tutti i nostri valori?
Sarebbe interessante, se, anche da queste pagine, partisse un dibattito sull’argomento!