Avendo avuto modo di visitare, di recente l’Internationales Maritimes Museum Hamburg ho avuto modo di riflettere sul fatto che, da sempre, il mare è stata la via più frequentemente percorsa dall’umanità.
Il mare ha sempre unito i popoli dei Paesi che si affacciano su di esso, favorendo commerci, relazioni politiche e culturali, oltre che sociali.
L’interesse per questa Istituzione inizia dal contenitore, prima ancora che dal contenuto, distribuito su ben dieci piani.
Il contenitore, dunque, è il più antico magazzino portuale di Hamburg, risalente al 1879 e rimaneggiato varie volte in seguito. Sostenuto da colonne in legno e acciaio, è rivestito da pareti in mattoni rossi, tipici dell’architettura di quel quartiere.
Concepito come deposito di merci, ha svolto questa funzione fino al 2003, quando venne ristrutturato per adibirlo allo scopo attuale.
L’accesso è garantito da un ponte in acciaio, a forma di boomerang, che fu premiato nel 2008.
Il contenuto è originato da una collezione privata di Peter Tamm, che comprende, tra l’altro, una piroga di oltre tremila anni fa, rinvenuta sul fondo del grande fiume Elba.
C’è anche una scialuppa di salvataggio della spedizione attraverso l’Artico, svoltasi nel 2000.
Un aspetto interessante è rappresentato dall’archivio, nel quale vengono conservate anche le lettere originali di Horatio Nelson, vincitore della famosa battaglia navale di Trafalgar.
Ci sono testimonianza della Lega Anseatica, che per oltre cinquecento anni riunì le città portuali del mare del Nord in stretti rapporti commerciali.
E questa si potrebbe collegare, per certi aspetti, alle nostre Repubbliche Marinare, in ogni caso legate da interessi comuni.
Una frase, incisa nell’arco che domina un altro grande porto del Nord Europa, Rotterdam, sintetizza questo spirito. La frase è “Commercium et Pax”.
In questo senso sarebbe utile ripensare al mare, qualsiasi mare, come alla via maestra dei commerci, ma anche della pace!