Si terrà domenica 19 settembre in cattedrale il consueto incontro diocesano annuale con tutti i Gruppi di preghiera di Padre Pio.
Il 26 agosto l’arcivescovo, Michele Seccia, ha inaugurato il Giubileo Oronziano in occasione dei 2000 anni dalla nascita di Sant’Oronzo, patrono della città di Lecce e della diocesi; anche i Gruppi di preghiera celebreranno il loro Giubileo ritrovandosi alle 18 presso la Porta Santa della cattedrale che attraverseranno dopo un momento di preghiera. L’arcivescovo, dopo il santo rosario delle 18.30, presiederà, alle 19, la santa messa. Concelebrerà con lui don Benedetto Strumiello, assistente spirituale diocesano dei Gruppi di preghiera di Padre Pio, ed ai sacerdoti che vorranno unirsi.
I Gruppi di preghiera di Padre Pio nascono nel 1942 dall’accoglienza dell’invito di Padre Pio ai fedeli di pregare; le difficoltà del contesto storico, quello della seconda guerra mondiale, hanno spinto il pontefice d’allora, Papa Pio XII, a chiedere continue preghiere per la pace e la salvezza del mondo. Padre Pio, che conosceva la forza ed il potere della preghiera, accolse l’invito del Santo Padre e coinvolse tutti i fedeli che si recavano a San Giovanni Rotondo dando così inizio alla nascita di piccoli gruppi che ovunque spontaneamente si riunivano mensilmente per pregare sotto la guida di un padre spirituale e secondo le intenzioni del Papa. La nascita di questi gruppi, costituiti dai figli spirituali di Padre Pio che sentivano proprio l’amore per gli ammalati ed il desiderio di restare loro vicini per alleviare la sofferenza, non passò inosservata agli occhi della Casa Sollievo della sofferenza che se ne prese cura e con l'aiuto del Padre individuò quei criteri che ne regolavano l’attività consentendo ai gruppi di potersi definire Gruppi di preghiera di Padre Pio, divenendo la sede del Centro Gruppi di preghiera.
Ad essi Padre Pio chiedeva di incontrarsi in Chiesa e non privatamente, sotto la guida di un sacerdote e con il consenso del vescovo almeno una volta al mese in armonia e cooperazione “armati di carità e amore”; la presenza del sacerdote va intesa come garanzia del rispetto delle leggi e delle regole della Chiesa per non rischiare, anche in buona fede, di lasciarsi distrarre da iniziative personali che potrebbero allontanarsi dagli scopi dei gruppi; il consenso del vescovo testimonia il riconoscimento dell’autorità religiosa e l’obbedienza ad essa sino al punto di cessare immediatamente qualunque attività in caso di rifiuto delle autorità religiose.
Ad oggi i Gruppi di preghiera nel mondo sono migliaia, nella nostra diocesi 27, ed i frutti che hanno prodotto sono tanti e sotto gli occhi di tutti; anche i pontefici che si sono susseguiti nel corso degli anni non hanno potuto fare a meno di esprimere la loro gratitudine e riconoscenza per quanto fatto perché, come diceva il santo con le stimmate: “la preghiera è la migliore arma che abbiamo; è una chiave che apre il cuore di Dio”.