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“Il catechismo è il libro. La catechesi è l’azione.” Così ha precisato l’arcivescovo Michele Seccia intervenuto all’incontro che l’Ufficio catechistico diocesano di Lecce, grazie al suo direttore don Stefano Spedicato, ha organizzato ieri presso il salone dell’episcopio per rinnovare la risposta delle comunità catechistiche parrocchiali al messaggio augurale del presule per il Santo Natale.

 

 

 

Alla presenza del vicario generale mons. Luigi Manca, del vicario per la pastorale organica don Damiano Madaro, di sacerdoti, catechisti, bambini e ragazzi, la proiezione dei video augurali delle diverse parrocchie, con canti e narrazioni, si è alternata a due ulteriori video di progetti in ambito catechistico.

La parrocchia di San Giovanni Vianney, con mons. Piero Quarta, ha presentato un progetto di formazione catechistica che intende ripartire dai genitori. Seguendo il cammino di fede dell’anno liturgico, genitori e figli sono coinvolti in incontri formativi di carattere relazionale, a cadenza mensile e in contemporanea, con sacerdoti e catechisti: i primi con i genitori, i secondi con i giovani. Per poi avviare un confronto tra le due generazioni.

Un altro progetto formativo, presentato da due membri dell’équipe dell’Ufficio catechistico diocesano, mira ad incontri nelle varie parrocchie con i catechisti, per una riflessione personale sulla presentazione di alcuni casi di vita nell’ambito delle relazioni interparrocchiali e inter-familiari. L’obiettivo è quello di passare dall’indottrinamento alla condivisione per una catechesi che, coinvolgendosi e coinvolgendo, si pone in ascolto dell’esperienza di vita e dà vita, ponendo la dimensione formativa, umana e spirituale come indispensabile per ogni annuncio catechetico.

L’esigenza di una formazione permanente attraversa così la narrazione, che rappresenta il linguaggio della fede generativo e sorgivo per tutti. Ogni espressione o formulazione rituale, dottrinale, argomentativa, esistenziale della fede nasce sempre dalla memoria di un evento e dal suo rinnovato e ininterrotto racconto.

Siamo nel primo anno di cammino sinodale, quello della narrazione, e, come dice il vescovo siamo “da ‘c’era una volta’ a ‘c’è oggi’”.

Don Stefano Spedicato ha voluto chiarire, poi, come la proiezione di video non abbia il significato di autoreferenzialità, ma rappresenti soltanto uno degli strumenti metodologici di trasmissione di un messaggio, che è sempre e solo quello del vangelo.

Infine, la consegna di una calza della Befana, per l’occasione dell’Epifania, da parte dell’arcivescovo e dei bambini del catechismo alla Caritas diocesana con destinazione Casa della carità, racchiude il senso di un incontro di narrazione e scambio di esperienze e dono di sé agli altri.

 

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