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Il giornalista deve essere colui che ascolta, che vede, che testimonia e che si fa voce di quanti non hanno voce.

 

 

 

Questo è il senso ed il significato del messaggio che il Santo Padre Francesco, invierà a tutto il mondo cattolico e soprattutto gli operatori della comunicazione sociale in occasione della festa di San Francesco di Sales, il prossimo 24 gennaio.

Nell’occasione, domenica 23 gennaio (in diocesi celebreremo anche la Giornata del quotidiano cattolico Avvenire), anche i giornalisti e gli operatori della comunicazione leccesi si riuniranno a Lecce in cattedrale per celebrare il loro patrono e vivere il Giubileo oronziano. Dopo un breve momento di accoglienza da parte dell’arcivescovo Michele Seccia, attraverseranno la Porta Santa e parteciperanno all’eucarestia presieduta dal vescovo Giuseppe Favale (Conversano-Monopoli), nuovo segretario della Conferenza episcopale pugliese.

Mettersi in ascolto oggi, in un tempo in cui la realtà dei fatti insegue sempre più le logiche del “consenso” imitando i social come strumento di popolarità.

E allora è importante essere molto attenti, nell’era di un giornalismo “condensato”. Questo lo sa bene il lettore che usa soprattutto i social media, perché è invaso da tantissime informazioni. Si potrebbe creare il rischio di un corto circuito tra il pluralismo e la sovrabbondanza delle notizie, con l’effetto di una maggiore immediatezza e velocità della notizia, senza però i dovuti tempi di verifica; e su questo bisogna molto riflettere.

Le notizie, riportate su internet sono diventate brevi e superficiali. Non c’è spazio per i dettagli, non c’è spazio per approfondire. Per queste ragioni, la cultura digitale, così rapida e visiva, rischia di compromettere le capacità di ragionare e verificare. In poche parole, mette a rischio tutte le attività alla base del giornalismo.

I poteri legislativi devono assolutamente intervenire rimodulare tutto il sistema informativo, riconosciuto tale dalle istituzioni; per distinguere l’autorevolezza dell’informazione rispetto a tutto il mondo di fake news. Bisogna aiutare soprattutto le giovani generazioni a distinguere le informazioni dalle notizie casuali.

Internet consente a chiunque di “fare informazione”. Sono numerose le persone che, pur non avendo nessuna qualifica di giornalista, vivono di divulgazione di informazioni e notizie. Discernere l’informazione basata su fonti certe, sul lavoro di ricerca, di redazione, rispetto a tutto il resto che può essere anche opinione personale di chi scrive è assolutamente necessario.

Il messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebrerà a maggio, ritorna ogni anno nella festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Caratteristica dei suoi scritti è proprio la chiarezza, che facilita la comprensione da parte di ogni ceto sociale, e la determinazione a proporre la verità con forza e con grande coraggio. E proprio queste devono essere le caratteristiche di ogni buon giornalista unite a doti di serietà, competenza, professionalità e senso di responsabilità.

Pertanto, va salvaguardata l’identità del giornalista professionista che cura le notizie, le cerca, si mette per strada, ne studia le fonti, prima di pubblicare una qualsiasi notizia.

Il Papa chiede a tutti, nessuno escluso, di fare della comunicazione uno strumento per costruire ponti, per unire e per condividere la bellezza dell’essere fratelli in un tempo segnato da contrasti e divisioni.

 

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