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“Siamo grati per l’attenzione dell’arcivescovo Michele Seccia a questa nostra situazione e soprattutto per la preghiera della comunità leccese che accompagna il nostro lavoro”.

 

 

 

Sono le parole di don Cesare Lodeserto, sacerdote leccese missionario in Moldavia insieme con l’altro leccese, don Massimiliano Mazzotta dopo aver saputo direttamente dall’arcivescovo di quanto la Chiesa di Lecce sia ancor più vicina alla Moldavia e alla Fondazione Regina Pacis impegnata nell’ospitalità dei profughi che giungono a migliaia dall’Ucraina, vicina non solo con la preghiera ma anche con le offerte che si raccoglieranno in diocesi durante la Quaresima. Per la Fondazione Regina Pacis che don Cesare presiede, è infatti iniziato il tempo dell’accoglienza.

Da qualche giorno, a causa della guerra anche la Fondazione con i suoi volontari è impegnata nel servizio a chi fugge dall’Ucraina, essendo la Moldavia uno degli Stati confinanti, mentre a distanza si odono nitidi i rumori dei bombardamenti.

Fino ad ora è stato calcolato un ingresso in Moldavia di circa quindicimila profughi al giorno. C’è chi rimane e chi invece preferisce continuare verso l’Europa, attraverso la Romania.

La Fondazione Regina Pacis, infatti ha subito potenziato la mensa per la produzione di pasti da distribuire nei punti di aggregazione e smistamento dei profughi e ha messo a disposizione le proprie strutture per le famiglie con bambini (GUARDA), ha reperito delle case nelle zone rurali da utilizzare per accoglierne altre facendosi carico dei costi e sta sostenendo le strutture dello Stato per i servizi di assistenza alimentare e vestiario.

Altra attività di rilievo è quella di fare da ponte con le madri ucraine che in Italia svolgono il lavoro di badanti, infatti, i parenti arrivano in Moldavia e la Fondazione sostiene economicamente la continuazione del viaggio verso l’Italia.

Infine, la Fondazione ha creato una rete di collegamento direttamente con Kiev, per cui raccoglie informazioni sui profughi in viaggio perso la Moldavia e li assiste dando indicazioni utili sull’accoglienza e sull’eventuale proseguimento del viaggio.

Il vescovo di Chisinau, Anton Cosa, che segue la vicenda con attenzione e preoccupazione, ha incoraggiato la Fondazione Regina Pacis e gli altri organismi ad essere disponibili ad ogni forma di accoglienza e carità.

Don Cesare e don Massimiliano sono costantemente impegnati nell’accoglienza, con la collaborazione delle Suore di Madre Teresa e degli italiani residenti in Moldavia.

 

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