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Per Padre Gianni Capaccioni, la prima e vera missione era annunciare il Signore con la vita. Un missionario della Parola. Ha portato Cristo nel mondo; ha vissuto molti anni della sua vita in Africa, come missionario “ad Gentes”; le sue comunità africane lo definivano “il padre buono”, ma lui nella sua grande umiltà, non amava dirlo in giro.

 

 

 

PADRE GIANNI, L’UOMO DELL’ANNUNCIO

Il suo amore per l’Africa e per gli Africani è stato enorme, proprio come San Daniele Comboni fondatore dei Missionari Comboniani. Ha seguito le orme del suo fondatore sino agli ultimi istanti della sua vita. Di lui non parlano le parole ma è la sua vita che parla di Cristo, di missione, di amore verso gli altri, di accoglienza, di convivialità delle differenze. La missione era Padre Gianni e Padre Gianni era la missione. Al rientro dalla sua esperienza africana ha seminato i germi della Missione nel territorio salentino. Conosciuto da tanti, amato da tutti.

PADRE GIANNI, L’UOMO DELLA PACE

La Pace non è un problema dei “grandi”. La pace nasce da un cuore nuovo e per essere operatori di pace (come sosteneva don Tonino Bello) è necessario essere educati alla pace. La pace non è uno slogan, non bastano i cartelli o le marce, la pace è un’arte che si impara. Padre Gianni aveva fatto suoi tali messaggi e li ha trasmessi nell’arco della sua vita, ad intere generazioni di giovani. Arrivato a Cavallino verso la fine degli anni ‘70, nella casa della comunità, che ha voluto fosse la sua ultima dimora terrena, ha iniziato il suo percorso di annuncio ai giovani, con un impegno quotidiano. Ai giovani parlava di pace, di obiezione di coscienza, di obiezione alle spese militari (“gli armamenti portano solo morte, distruzione e miseria”, ci ripeteva continuamente) e invitava loro a fare scelta di vita e per la vita in nome del Vangelo.

PADRE GIANNI, L’UOMO DELL’ACCOGLIENZA

Accogliere, soprattutto i “diversi”, i poveri, gli emarginati, gli immigrati, non era un “dovere” o un impegno dovuto, ma la scelta evangelica naturale. La Terra è di tutti, tutti abbiamo il diritto di spostarci liberamente senza sentirci forestieri, stranieri. Il diritto alla casa, all’istruzione, alla salute, ad una vita dignitosa, è di tutti, senza distinzione di razza, di colore della pelle, di ceto sociale. Padre Gianni ha aperto le porte della comunità comboniana di Cavallino “agli scarti dell’umanità” (Papa Francesco), a coloro che erano senza un tetto, senza un lavoro, senza cibo, senza “dignità”. Il suo atteggiamento è stato quello del padre misericordioso accogliendo totalmente l’invito di Gesù nella parabola.

PADRE GIANNI E MIGRANTES

In quest’ultimo periodo, Padre Gianni era molto contento di coordinare nella diocesi di Lecce, l’Ufficio Migrantes, incarico conferitogli dall’arcivescovo Michele Seccia, che non perdeva occasione di ricordare a tutti che aveva conosciuto Padre Gianni Capaccioni in una sua breve missione in Benin (Africa) ed era felice, dopo la nomina a vescovo di Lecce, di averlo reincontrato nella comunità di Cavallino.

“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: vado a prepararvi un posto?” (Giovanni 1-4). Grazie, o Signore, per averci donato padre Gianni e per averlo accolto fra le Tue braccia.

 

 

I funerali di Padre Gianni presieduti dall’arcivescovo Michele Seccia si svolgeranno martedì 19 aprile alle 11 presso la casa della comunità missionaria dei Comboniani di Cavallino.

 

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