Il Concilio Vaticano II ha riproposto la dottrina sul Diaconato come Ordine sacro: “In un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani 'non per il sacerdozio ma per il servizio'” (LG, 29).
Con questa antica formula che distingue i diaconi dai presbiteri, il Concilio invita a comprendere la specificità del ministero dei diaconi. Benché essi non siano chiamati alla presidenza dell'Eucaristia, sono segnati dal "carattere" e sostenuti dalla "grazia sacramentale" dell’Ordine ricevuto, e chiamati "al servizio del Popolo di Dio, in comunione col vescovo e il suo presbiterio", nella "diaconia della liturgia, della parola e della carità".
Nella nostra diocesi è stato mons. Mincuzzi a voler dare inizio all’esperienza del diaconato permanente, affidando a don Pierino Liquori il compito di avviare il cammino di formazione nel 1984 e il 9 novembre 1988 abbiamo avuto le prime due ordinazioni: Enzo Ria e Mimmo Nicolì.
In seguito il numero dei candidati è andato crescendo notevolmente, grazie all’incoraggiamento di mons. Ruppi, tanto che il Collegio dei diaconi ha raggiunto in pochi anni il numero di trentatré!
Nel frattempo, l’età media dei diaconi è andata notevolmente aumentando. Ad oggi il Collegio dei diaconi è composto da 33 nostri fratelli. Di questi: 26 esercitano il ministero, anche se qualcuno con qualche difficoltà, dovute all’età o alla salute, 12 hanno superato i 75 anni, 8 non esercitano più per motivi di salute o per l’età.
Nel 1984 ha preso dunque avvio il cammino di formazione e il 29 giugno 1996 mons. Ruppi pubblica il Direttorio diocesano per il diaconato permanente.
L'arcivescovo Michele Seccia, dopo poco tempo dall’inizio del suo servizio episcopale nella nostra Chiesa, ha manifestato l’intenzione di ridare slancio al cammino di formazione.
Ma le mutate circostanze ecclesiali, sociali e culturali - rispetto all’epoca del Direttorio precedente -, gli sviluppi della riflessione teologica, scaturita anche dai documenti del Magistero e l’esperienza pastorale fatta in questi quasi quarant’anni dall’inizio del cammino, ci hanno fatto ritenere che fosse utile una approfondita verifica e riflessione e quindi la pubblicazione di un nuovo Direttorio presentato alla comunità presbiterale e diaconale ieri durante l'incontro di fine anno pastorale a Roca.
Nella nostra Chiesa, infatti, la numerosa presenza dei fratelli diaconi ha stimolato una maggiore presa di coscienza, ma ancora rimane molto cammino da fare sia nel presbiterio, sia nella comunità diocesana in quanto tale.
A circa quarant'anni dall’inizio del cammino e a ventisei dalla pubblicazione del Direttorio diocesano, il nostro arcivescovo in data 22 maggio 2022 ha promulgato il nuovo Direttorio per il Diaconato permanente dell’arcidiocesi di Lecce (SCARICA), per la formazione e l’esercizio del diaconato, che sostituisce integralmente il testo precedente ed è entrato in vigore il 5 giugno 2022, solennità di Pentecoste.
La Chiesa ha bisogno oggi più che mai di uomini (parliamo ancora di soli uomini…) spirituali, pieni di Dio e dello Spirito di Cristo, per testimoniare con i gesti e nella vita di ogni giorno, a cominciare dalla famiglia e dal lavoro, la chiamata al servizio ed essere un richiamo forte e convinto alla vocazione universale di tutti i credenti e della Chiesa in quanto tale
Il testo, suddiviso in 16 capitoli e 140 paragrafi, e presenta tutto ciò che può essere utile per il discernimento, la formazione e l’esercizio del ministero diaconale, ribadendo con forza nei nn. 6 e 8 che il conferimento del ministero diaconale, nella forma permanente, è un patto di amore e di fede per una specifica missione caritativa, mediante una più perfetta sequela di Cristo. Esso non è la risposta della Chiesa ad una aspirazione o richiesta individuale, né un pubblico riconoscimento di meriti particolari, ma è un dono dello Spirito, da verificare nel contesto di un’attenta opera di discernimento umano e spirituale e da riconoscere in quei fedeli che già esercitano nella comunità diocesana e parrocchiale un servizio duraturo e significativo.
La vocazione al diaconato permanente viene concepita, nasce e matura nel grembo della Chiesa, chiamata a discernere, sostenere e manifestare le premure dello Spirito Santo che suscita il servizio della carità, nello stile proprio del Vangelo. Il discernimento - dunque - impegna la comunità diocesana a una chiara verifica sull’esistenza di fatto delle condizioni necessarie perché il ministero diaconale permanente possa essere correttamente immesso ed esercitato in essa.
Affidiamo alla diaconia di Cristo unico Signore, all’intercessione di Maria, «serva del Signore» (Lc 1,38), alle preghiere dei diaconi santi e beati, questo strumento, perché aiuti ad arricchire ulteriormente la nostra Chiesa con i suoi doni.
*delegato arcivescovile per il diaconato permanente