Buono, cordiale, disponibile, umile, generoso, preparato, parlare del prete don Gino Sergio in occasione del suo 58° di sacerdozio, per chi come me ha avuto la fortuna di essergli amico e lavorarci insieme per tantissimi anni?
Il sacerdote è un dono grandissimo di Gesù, il mistero di Cristo si perpetua col sacerdote. “Chi ascolta voi ascolta me. Chi disprezza voi disprezza me…”.
Tracciare un profilo umano e sacerdotale di don Gino non è facile, ben conoscendo il carattere schivo e riservato dell’uomo e la profondità della sua vita interiore.
I ben 58 anni di una qualsiasi attività rappresentano sempre per un uomo una tappa importante della vita, oltre che un’occasione per svolgere uno sguardo retrospettivo al cammino percorso. Se questo è vero in ogni caso, lo è a maggior ragione per il sacerdozio, caratterizzato da un servizio d’amore la cui fecondità è la prova della sua validità: l’albero si riconosce dai suoi frutti. E i frutti del servizio sacerdotale di don Gino sono assai abbondanti.
Sono stato testimone diretto dei primi dodici anni trascorsi da don Gino nella parrocchia di San Lazzaro in Lecce, come viceparroco, e degli oltre venti anni nella nostra comunità parrocchiale di Santa Lucia. Infatti, nel 1966, don Gino dopo aver trascorso due anni come superiore in seminario, approdò come viceparroco a San Lazzaro, ricevendo dall’indimenticabile parroco don Donato Rizzo anche l’incarico di assistente della Gioventù maschile di Azione cattolica, della quale io ero presidente. Successivamente, nel 1984, quando mons. Michele Mincuzzi eresse la parrocchia di Santa Lucia nominandolo primo parroco, via Oronzo De Donno, la strada dove abito da quando mi sono sposato, fu compresa nel territorio della parrocchia di Santa Lucia e così iniziò un nuovo capitolo di impegno e collaborazione con don Gino.
Al di là di una specifica indicazione delle sue innumerevoli opere, mi piace, pur sottolineando che fu un fiorire continuo di attività pastorali finalizzate all’evangelizzazione e alla santificazione, cogliere in questa occasione lo spirito che le ha sempre animate. Uno spirito di fedeltà assoluta a Dio, di bontà e amore.
E ancora, ciò che colpisce in don Gino è anche il suo costante entusiasmo, il suo giovanile fervore, il suo esprimersi, se necessario, anche in dialetto pur di manifestare il suo calore e la sua cordialità.
Nel cammino della comunità, egli tenne in particolare, sia a San Lazzaro che a Santa Lucia, ai corsi estivi di formazione per i giovani a Roca, che si concludevano di domenica, con la partecipazione delle famiglie (qui una foto).
“Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto”. La comunità diocesana gioisce e prega con don Gino, grata al Signore per il dono di un sacerdozio così fecondo di frutti.